Addio a Mark Hollis, il genio dei Talk Talk

Addio a Mark Hollis, il genio dei Talk Talk

Mark Hollis se n’è andato. Il cantante è morto oggi all’età di 64 anni per circostanze ancora da chiarire. È stato, negli anni ’80, il volto e la voce dei Talk Talk, la band britannica famosa presso il grande pubblico mondiale essenzialmente per due hit planetarie: It’s My Life e Such a Shame (entrambe contenute nell’album It’s My Life del 1984).

Sarebbe tuttavia assai riduttivo ricordare Mark Hollis e i Talk Talk solamente per quei due brani celeberrimi, colonna sonora immortale degli anni ’80 e di quel pop sintetico che all’epoca andava tanto in voga. I Talk Talk, infatti, sono stati molto altro. Formatisi all’inizio degli anni ’80 a Londra per volontà di Mark Hollis, Lee Harris (batteria) e Paul Webb (basso), I Talk Talk s’ispiravano alle sonorità dei Roxy Music di Brian Ferry, a David Bowie e alla contemporanea ondata New Romantic. 

Il primo album The Party’s Over, pubblicato nel 1982 per la EMI, è altamente rappresentativo di ciò che rappresenta la band: un synth-pop suadente e sofisticato, con protagonista proprio la voce carismatica di Mark Hollis. Il secondo lavoro, It’s My Life del 1984, è quello che li consacra a livello mondiale, trainato proprio dai singoli It’s My Life e Such a Shame. The Colour of Spring, pubblicato nel 1986, è un capolavoro contenente brani del calibro di Life’s What You Make It eLiving in Another World. Musicalmente, rappresenta un momento di transizione fra ciò che erano i Talk Talk sintetici e ciò che furono dopo, con maggiore spazio a chitarre, pianoforte e agli strumenti acustici.

Spirit of Eden del 1988 rappresenta la vera (e clamorosa svolta). Abbandonati del tutto sintetizzatori, la band si muove su coordinate sonore inesplorate sperimentali per l’epoca. Hollis, ispirato dal free jazz e dall’ambient, confeziona un album art rock che a detta della critica musicale rappresenterà un passaggio fondamentale per ciò che, negli anni ’90, verrà chiamato post rock.

Brani eterei e riflessivi, lontanissimi da ciò che i Talk Talk avevano fatto qualche anno prima. Una formula ribadita nell’ultimo album del gruppo, Laughing Stock, un lavoro che «crea il proprio ambiente e diventa più della somma dei suoi suoni». Da segnalare, infine, l’album omonimo di Mark Hollis da solista del 1998, che chiuse definitivamente la sua carriera.

 

(di Roberto Vivaldelli)

Articoli correlati

Potrebbero piacerti

Romano Prodi appoggia l’asse franco-tedesco (contro l’Italia)
Da Romano Prodi c'era d'aspettarselo. Il professore, già Presidente del [...]
Cari immigrazionisti, che noia! Ma inventare qualcosa di nuovo?
Che noia. Pericolo di fascismo, di razzismo, di discriminazione. La [...]
Sergej Lavrov: l’eleganza della diplomazia russa
Se il ruolo della Federazione Russa nelle relazioni internazionali odierne [...]
La farsa del #MeToo: perché la guerra fra sessi è inutile
Diceva il filosofo Costanzo Preve: «Laddove la guerra fra le [...]
Ultime

NOTIZIE

Seguici su

Facebook