Romano Prodi appoggia l'asse franco-tedesco (contro l'Italia)

Romano Prodi appoggia l’asse franco-tedesco (contro l’Italia)

Da Romano Prodi c’era d’aspettarselo. Il professore, già Presidente del Consiglio, è tornato a parlare della situazione politica del nostro Paese e dei rapporti con l’Unione Europea. Senza sorprese, come riporta IlGiornale.it, il professore ha espresso il suo sostegno per l’asse franco-tedesco: «Questa Europa deve avere un grande accordo franco-tedesco con un’Italia che media e aiuta questo motore ad andare avanti. Ma sta succedendo invece che ognuno va per i fatti suoi. Poi all’incontro di Aquisgrana si è capito che bisognava iniziare a dialogare mettendo insieme le aziende francesi e tedesche. E l’Italia è rimasta fuori da questa situazione».

Capito? Eppure non occorre essere dei grandi strateghi per comprendere che l’asse franco-tedesco per gli interessi nazionali dell’Italia rappresenta un serio pericolo nonché la pietra tombale di quell’Unione Europea che lui stesso difende. Ma evidentemente gli interessi nazionali e la ragion di stato non sono le priorità dell’ex Presidente dell’IRI.

Romano Prodi ha parlato nel corso del convegno «L’Italia del futuro in un mondo che cambia», meeting organizzato nell’ambito di un ciclo di convegni nella sede dell’università Suor Orsola Benincasa a Napoli. «La Spagna – ha sottolineato – anche se e più debole dell’Italia economicamente è più affidabile e quindi ha preso il posto dell’Italia. Si arriverà presto all’Europa a due velocità e l’Italia andrà nella seconda squadra». 

La globalizzazione? Ha funzionato

E sulla globalizzazione ha ribadito la sua visione positiva: «Due miliardi e mezzo di persone hanno oggi una sufficiente risorsa economica e quindi la globalizzazione ha funzionato ma questo sviluppo tumultuoso, senza regole, ha messo in crisi da noi le strutture economiche. Il problema è che non c’è un’organizzazione mondiale che fa rispettare queste regole. Le regole vanno coordinate perché la concorrenza cinese non può non rispettarle».

Le parole di Bettino Craxi su Romano Prodi

Analizzando le parole di Romano Prodi, totalmente fuori dalla realtà, vengono in mente le parole con cui lo descriveva Bettino Craxi e riportate in Io Parlo e continuerò a parlare (Mondadori): «Nel vecchio sistema il signor Prodi era il classico sughero che galleggiava tra i gruppi pubblici e i gruppi privati con una certa preferenza per questi ultimi ed un annoiata ma non disinteressata partecipazione ai palazzi dei primi. Qualcuno ricorderà l’esemplare trattazione dell’affare SME. Un affare costruito per gli amici, noncurante del pubblico interesse, giustificato poi con ragioni a dir poco risibili. Altri ancora ricorderanno il servilismo manifestato verso i maggiori gruppi privati conterranei e non, mentre sedeva al vertice della maggiore holding industriale pubblica (l’IRI)».

«Ha servito male l’interesse pubblico nell’industria cosi come dello Stat» ricorda Craxi. «Passi per chi è convinto di poter imporre l’ennesima operazione di vertice usando i gas lacrimogeni di un’informazione manipolata e capace di tutto. Passi per una frazione politica alle corde, subalterna alle lobbies finanziarie ed industriali decise a fare di tutto pur di avere mano libera in lungo e in largo. Passi per l’italiano stupido al quale con un po’ di agitazione propagandistica si può far credere Roma per toma. Ma non dovrebbe passare per gli altri, per chi conosce la storia di questi anni. Il signor Prodi in tal senso, come leader politico, non è nient’altro che il classico bidone».

(di Roberto Vivaldelli)

 

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