Sul Bosforo si erge una città che da più di duemila anni proietta la sua potenza sul mare circostante: è Bisanzio o Costantinopoli o Istanbul. Una città, molti nomi, una storia lunga e gloriosa fatta di sfarzosa potenza, fulgide vittorie e miserabile decadenza. Abbiamo già parlato su questo giornale della caratteristica dei molti nomi che caratterizzano questa città. Bisanzio il nome greco si attesta per lungo tempo fino alla rifondazione di Costantino il Grande che dona il suo nome alla nuova capitale.
Istanbul invece, attestatosi dopo la conquista Turco-Ottomana e la fine dell’Impero Romano d’Oriente – o Bizantino-, non è di origine turca, come alcuni possono pensare. Come abbiamo già scritto:
L’origine di questo nome la si deve molto probabilmente alla frase greca εἰς τήν Πόλιν, (pron. “istin’polin”), che significherebbe “verso la città”, o “nella città”. Un’altra idea è che Istanbul derivi dalla corruzione del termine [Kon]stan[tinou]pol[is], dove “pol” è diventato “bul”, da cui I-stan-bul.
Dalla caduta di Costantinopoli alla rinascita di Istanbul
Il 29 maggio 1453 Maometto II entrò nella sacra città degli imperatori romani. Costantino XI cadeva a fianco dei suoi uomini combattendo contro gli invasori. Si chiudeva ufficialmente il Medioevo ed iniziava l’Età Moderna secondo molti storici, ma, dopo più di duemila anni, l’Impero Romano cessava ufficialmente d’esistere. O almeno l’erede diretto di Roma imperiale.
Il sacrificio di Costantino XI Paleologo non sarà mai dimenticato tanto che ancora campeggia una sua statua nel centro di Atene e si mormora della leggenda dell’imperatore di marmo che tornerà per reclamare la sua città.
È questo un momento fondamentale della città e della storia dell’Europa e del Mediterraneo. Il possesso del Bosforo e della fiorente città greca era infatti fondamentale per controllare i traffici che dal Mar Nero si immettevano nel Mediterraneo e viceversa. Già di per sé questo motivo poteva essere una valida scusante per muovere il sovrano Ottomano alla conquista di Costantinopoli.
Già si era combattuta una grande e gloriosa guerra in questa regione del Mediterraneo quando, nell’età del Bronzo, Achei e Troiani si erano combattuti per la città di Troia. Stiamo parlando della storia dei Achille, Elena, Ettore e Agamennone raccontata dal grande aedo Omero.
Perno fra Asia ed Europa, chiave del Mediterraneo
La città proprio come Giano Bifronte, volge lo sguardo sia ad est che ad ovest, da una parte all’altra del Bosforo. Gli interessi di Bisanzio, come lo furono quelli di Costantinopoli o Bisanzio si allungavano attraverso i Balcani e la Tracia, l’Asia Minore e la costa ionica. Essa, come l’impero fondato da Alessandro Magno e riprendendo l’antica tradizione greca della Talassocrazia riuscì ad imporsi nei secoli per potenza commerciale, economica e politica.
Quando gli Ottomani riuscirono a conquistare la città, dopo precedenti fallimenti e diversi tentativi, Costantinopoli era ormai l’ombra di sé stessa. Gigantesca capitale di un impero amputato che era ormai destinato alla caduta. Eppure la Bisanzio greca riuscì a rivivere sotto altre forme nel dominio turco. Non solo il suo nome, come abbiamo visto, aveva origini greche; ma il suo stesso simbolo, la mezzaluna con la stella, sopravvisse.
L’origine di questo simbolo è infatti molto più antica e per conoscerla dobbiamo tornare indietro nel tempo, quando Roma faceva i suoi primi incerti passi nel mondo. In una notte buia del IV secolo a.C., Filippo di Macedonia, il padre di Alessandro Magno, stava assediando la città di Bisanzio, (futura Costantinopoli ed odierna Istanbul), ed approfittando della notte senza luna aveva dato ordine alle sue truppe di avvicinarsi alle mura della città nel silenzio più assoluto con l’obbiettivo di scalarle di nascosto.
Il destino di una città
I Vichinghi Danesi, Rus e Norvegesi la conoscevano come Miklagaard. La grande città o la città d’Oro. Centinaia di Guerrieri Danesi e Anglo-Danesi hanno attraversato l’Europa per servire nella guardia d’onore dell’Imperatore Romano di Costantinopoli. E se quando cadde Costantinopoli era proiettata verso la rovina, furono i Turchi a rilanciarla come spazio egemone sul Mediterraneo.
Diventata infatti capitale del grande Impero Ottomano, Istanbul venne rilanciata in pompa magna come capitale di quell’Impero Universale tanto caro alla tradizione romana. Pochi lo sanno infatti, ma Maometto II volle a tutti i costi conquistare la città per fare suo il titolo di Imperatore romano e quindi proseguire e rilanciare a livello mondiale la grande tradizione imperiale iniziata da Romolo e Augusto.
Così accadde, per lungo tempo, e attraverso la gloria dei Sultani quel piccolo porto all’imbocco del Bosforo era tornato ad essere uno dei centro – se non il centro- del Mediterraneo. Non era più il tempo delle falangi di opliti greci, delle trireme di Atene ma i giorni di Lepanto e della conquista dei Balcani.
Oggi la città invece arranca. Una città meravigliosa, ricca e affollata, la cui sedimentazione e stratificazione storica parla da sola del grande passato da protagonista che l’ha caratterizzata. Istanbul oggi è la città più popolosa d’Europa, eppure soffre della crisi economica suscitata dalle bizzarre politiche estere e interne del falso sultano Erdogan.
Panta rei, come dicevano gli antichi Greci, tutto scorre. E così Istanbul supererà questi tempi bui e la città tornerà a splendere.
(di Fausto Andrea Marconi)