Giano Bifronte

Giano Bifronte, il misterioso dio romano con due volti

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Giano Bifronte, Ianus Bifrons, è una delle più antiche divintià degli antichi latini e dei romani, venerata fin dagli albori della città di Roma. Raffigurato con due volti, uno speculare all’altro, Giano è il dio degli inizi, delle porte e dei passaggi.

Molto probabilmente Giano è una delle divinità più antiche venerate dai Romani insieme a Quirino. Il dio bifronte, con il suo guardare al futuro ed al passato contemporaneamente, rappresentava il dio dei momenti di passagio e del ciclo delle stagioni. Proprio per questo diversi studiosi di storia delle religioni hanno associato Giano alle più antiche tradizioni indoeuropee italiche.

Numerosi poi sono gli indizi che identificano Giano bifronte come una delle più importanti divinità romane, in primis i suoi epiteti. Giano è deorum deus, dio degli dèi e anche Ianus pater, Giano Padre. Secondo la leggenda fu lo stesso dio Quirino, ovvero Romolo, a innalzargli un tempio dopo la vittoria sui Sabini.

Gennaio, il mese di Giano

L’importanza di questo dio per la religione romana è data anche dal fatto che a Giano è dedicato il primo mese dell’anno. Meglio ancora, il primo mese dopo il Solstizio d’Inverno, ovvero il mese in cui la luce inizia, lentamente, a trionfare sulle tenebre. Il nome Gennaio infatti, Ianuarius in latino, deriva da Inaus, ovvero Giano.

È Numa Pompilio, il secondo re di Roma, ad aver attributio a Giano bifronte il primo mese dopo il Solstizio d’Inverno. Una scelta, ovviamente, non casuale, visto anche la profonda religiosità che caratterizzava il successore di Romolo.

Giano Bifronte

Dibattuta già dagli antichi, l’origine del nome Janus è legata al movimento. Cicerone e Macrobio sostengono che il suo nome derivi dal verbo “ire”, andare, perché, come scrive il secondo: ” il mondo va sempre, muovendosi in cerchio e partendo da sé stesso a sé stesso ritorna”. È la dottrina dell’Eterno ritorno dell’uguale di cui già abbiamo parlato in questo giornale: “Nietzsche e l’Eterno Ritorno dell’Uguale“.

Altri sapienti latini hanno identificato Giano con Diana e Apollo, associando di conseguenza questo antico dio romano alla Luna ed al Sole. Giano bifronte, sempre secondo Macrobio, è il dio dei solstizi e quindi legato sia alla Stella del nostro sistema solare che al satellite terrestre.

A sostegno della sua tesi, Macrobio ricorda come il giorno dei solstizi si sacrifichi innanzitutto a Giano. Non solo, uno dei diversi epiteti che caratterizzano il dio è “Pater matutinae”, padre del mattino.

 

La simbologia di Giano Bifronte

Possiamo dire diverse cose su Giano bifronte, tantissime sono state già dette, purtuttavia questo antico dio romano continua, e continuerà, a sfuggirci. Il mistero che circonda Giano va infatti oltre gli studi degli storici della religione o dei sapienti. Perché Giano bifronte ha in sé una carica mistica e tradizionale molto potente.

Giano bifronte simboleggia infatti il cambiamento e la transizione da uno stato dell’essere ad un altro. Egli è il lento svolgersi del passato verso il futuro, ma non nel senso sterile di “progresso” quale lo intendiamo noi moderni. Bensì nel senso che il qui ed ora è sia lo ieri che il domani. Proprio come ci insegnavano gli antichi.

Questo dio è dunque allo stesso tempo il passaggio da uno stato all’altro, ma anche la fissità e l’immobilità del terso e costante presente. Proprio per questa sua funzione Giano era onnipresente nella religione romana. Dai matrimoni, momento di passaggio da una condizione ad un altra, alla morte e ai nuovi inizi.

giano bifronte

L’avere a che fare con nuovi inizi poi, ha garantito a Giano bifronte un posto di primaria importanza nella divinazione e nei riti degli auguri.

Il mito

Nel mito romano Giano bifronte è l’antico dio e re del Lazio. È un dio benefico e magnanimo che dona agli aborigeni e agli autoctoni la “civiltà” e fonda una città sul Gianicolo. Non solo, Giano è padre del dio del Tevere, Tiberino, che ha avuto in seguito al suo rapporto con una Ninfa, tale Camese.

Ma l’importanza di Giano non finisce qui, è infatti sempre lui ad accogliere nel Lazio Saturno, il padre degli dèi spodestato da suo figlio Giove. Giunto nel Latium, secondo le antiche leggende romane, Saturno diviene il re della regione, con il permesso di Giano, facendo così fiorire l’età dell’oro del Lazio antico.

moneta giano

Giano fra presente, passato e futuro

Di Giano scrive anche uno dei grandi maestri del secolo scorso, René Guénon:

“..i suoi due volti, secondo l’interpretazione corrente, rappresentano rispettivamente il passato e il futuro; ora, questa considerazione del passato e del futuro si ritrova evidentemente per qualsiasi ciclo, come per esempio il ciclo annuale, quando lo si esamini dall’una o dall’altra delle sue estremità.

Da questo punto di vista, d’altronde, è importante aggiungere per completare la nozione del ‘triplice tempo’ che, fra il passato che non è più e il futuro che non è ancora, il vero volto di Giano, quello che guarda il presente, non è, si dice, nè l’uno nè l’altro di quelli visibili. Questo terzo volto, infatti, è invisibile, perchè il presente, nella manifestazione temporale, non è che un istante inafferrabile; ma quando ci si eleva al di sopra delle condizioni della manifestazione transitoria e contingente, il presente contiene invece ogni realtà[1].”

Guénon, grande conoscitore delle religioni antiche, spiega molto bene la funzione sovratemporale di Giano, ovvero quella che contiene in sé il presente ed ogni realtà.

 

(di Fausto Andrea Marconi)

[1] René Guénon, “Il simbolismo solstiziale di Giano” in “Simboli della Scienza sacra”, Adelphi, Milano, 1990.

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