“Con le riaperture rischiamo 1300 morti al giorno”. Così profetizzava la Fondazione Kessler alla trasmissione DiMartedì, rilanciata da Repubblica, e da altri media mainstream.
1300 morti al giorno? Qualcuno in meno…
La previsione, effettuata alla fine di aprile, riguardava questo mese di luglio. Dunque, poco più di due mesi per diffondere il panico sulle riaperture ormai prossime. Previsione incurante dei dati della scorsa estate, che videro il virus crollare nei numeri proprio in concomitanza dell’arrivo della stagione estiva (e senza alcun vaccino disponibile). Non solo: la stima più ottimistica parlava di 300 decessi quotidiani.
I morti dichiarati ieri sono 23, l’altro ieri 20. Un vero successo in nome della scienza.
1300 morti, insomma, solo nelle teste di chi, da quando è iniziata questa emergenza, non fa altro che dipingere un mondo lontano dalla realtà, smentito spesso dai fatti ma, nonostante questo, sempre accreditato come affidabile.
Morti e terapie, quando Galli inventò dei “reparti pieni”
Massimo Galli è ovviamente il massimo esponente di questo elenco infinito di “esperti”. Nel suo caso, forse la cosa era ancora peggiore. In quella situazione Galli non aveva previsto alcunché, aveva raccontato di fatti che, nella realtà, si sono rivelati falsi. Era il mese di febbraio e secondo il professore i reparti dell’ospedale Sacco erano “pieni di varianti”. Circostanza smentita dallo stesso ospedale, successivamente.