“La Parata del virus”. Così avevano definito su Il Fatto Quotidiano i festeggiamenti della nazionale italiana Roma per la vittoria del suo secondo titolo europeo. Non solo, il titolo inseriva anche l’espressione “trattativa Stato – Bonucci”, per sottolineare una non meglio identificata imposizione “malavitosa” del difensore azzurro su chi, tra le autorità, non voleva consentire la passeggiata al bus scoperto per evitare assembramenti.
Praticamente si è definito, sia pur con ironia truce, Leonardo Bonucci un mafioso. E non è il solo caso, perché la stampa in questi giorni si è scatenata.
Parata del virus, perché non Europeo del virus?
La Parata del virus è solo l’inizio. Con la fine della rassegna continentale, dopo discussioni intelligentissime su come “garantire in sicurezza” partecipazioni allo stadio di 60 o 70mila persone (quando anche un allocco capirebbe che ne basterebbe una per far viaggiare un qualsiasi virus, ovviamente), le proteste dei leader europei per non far giocare la finale a Londra, siamo arrivati a un altro capitolo, quello del “ci siamo cercati la nuova ondata!”.
Ondata – come quasi sempre – di asintomatici, per una malattia dell’unovirgola di decessi, ma scriviamo sempre le stesse cose, e quindi non ci dilunghiamo su questo.
Perché il resto, purtroppo, non finisce qui.
Manco il tempo di portare la coppa a Roma, che già la Rai rilanciava il virologo Andrea Crisanti, partito in quarta già dopo la vittoria italiana dell’11 luglio. Dopo mesi di campagne e insistenze sul vaccino, il professore afferma che il farmaco “non basta”, bisogna impedire al virus di mutare! E come impedirlo? Bingo, con nuove chiusure!
Per proseguire in una carrellata che potrebbe essere infinita, tanto basti osservare cosa titola Repubblica oggi.
16 ragazzi innescano il super focolaio, il tutto mentre il famigerato indice RT supera lo 0,9, e ovviamente i giornali non si fanno pregare: è tempo di diffondere nuovi allarmi.
Con un Paese in ginocchio, insomma, nessuna pietà. Sì alla tutela della salute, ma solo dell’unovirgola della popolazione. Il restante 99 può serenamente morire di stenti, di fame, ma perfino di mancanza di divertimenti e gioie sportive.
Ovviamente, tutti dimenticheranno i precedenti allarmi terroristici e le clamorose figuracce incassate (ci riferiamo ai 1300 morti al giorno massimi – minimi 300 – che gli “studi” stimavano ad aprile).
(di Stelio Fergola)