In Ungheria è entrata in vigore oggi la famigerata legge Anti-LGBT. O almeno, così la definisce la stragrande maggioranza dei quotidiani e agenzie occidentali. Capirai, il pubblico occidentale, notoriamente informato in modo per nulla ideologizzato, cosa penserà mai? “La legge Anti-LGBT, cattivo Viktor Orban!”. Ma andiamo con ordine.
Il contenuto della “legge Anti-LGBT”
Cosa è contenuto in questa terrificante legge Anti-LGBT che, per usare le parole di Ursula Von Der Leyen, altro non sarebbe se non un “pretesto per discriminare l’orientamento delle persone”? E che secondo Il Post “di fatto paragona l’omosessualità alla pedofilia e vuole impedire che si parli di persone gay e transgender con i minori”?
In modo molto semplice, e potete trovarlo ovunque da settimane, la questione sta tutta qui: vietare l’attivismo LGBT nelle scuole e, di conseguenza, la propaganda gender. Che esiste, non è scienza, e non diviene tale solo perché qualcuno ve lo assicura con la cosiddetta e ben popolare “croce sul cuore”.
Citando Giorgia Meloni, che altro non aveva fatto che ricordare di cosa si interessi realmente la legge ungherese, il sito Pagella Politica tentava il mese scorso di “trovare” questo “anti-LGBT” che poi si concretizza sempre nella solita parola “omofobia”, la quale è un po’ come il fascismo e il razzismo: va scovata ad ogni costo, per dare manforte all’unica ragione reale: non trovare opposizioni sulla propria strada.
Così cita il passaggio che dimostrerebbe quanto possa essere “pericolosa” la legge,
Il testo approvato dal Parlamento ungherese stabilisce che «lo Stato protegge il diritto dei bambini alla loro identità di genere, intesa come il loro sesso alla nascita». In più, per raggiungere questo obiettivo, si legge che «è proibito mettere a disposizione di chi ha meno di 18 anni qualsiasi contenuto pornografico o contenuto che rappresenta la sessualità fine a se stessa, o promuove o raffigura deviazioni dall’identità di genere, intesa come il sesso alla nascita, la riassegnazione di genere, o l’omosessualità». Una disposizione identica è contenuta nella sezione 2, dedicata alla diffusione di pubblicità di qualsiasi tipo che abbiano i contenuti appena citati.
In secondo luogo la legge introduce, alla sezione 9, nuove restrizioni per i media. Per esempio, non possono essere più raccomandati per chi ha meno di 18 anni programmi «capaci di condizionare negativamente lo sviluppo fisico, mentale e morale dei minori», ossia quelli in cui l’«elemento dominante è la violenza o contenuti che promuovono e ritraggono la deviazione dell’identità di genere, intesa come il sesso alla nascita, la riassegnazione di genere o l’omosessualità».
Cosa non fosse chiaro alla “cara” Pagina Politica, resta un mistero. Sì, Orban non vuole che si parli ai ragazzi e ai bambini di omosessualità, di gay e trans. Non vuole nemmeno che vengano diffusi contenuti pornografici ai minori di 18 anni, il malvagio omofobo. È obbligato? Ma soprattutto vieterà tutto ciò ai ragazzi di compiere le proprie scelte in piena libertà? No.
Non si discrimina alcun “orientamento delle persone”. Il governo ungherese vuole, semplicemente, che i ragazzi siano lasciati in pace. E liberi di trovare da soli, senza ingerenze esterne, la propria strada. Punto.
Faceva pure ridere la punzecchiata alla Meloni che sbagliava, cattivona, a parlare di “propaganda gender” perché sarebbe una definizione “non neutrale”. Chi ci assicura che non sia così? Ma soprattutto chi ci assicura che non potrebbe mai essere così? È del tutto assurdo pensare che a qualcuno potrebbe interessare diffondere una certa idea di sessualità senza rimanere “super partes” sul tema?
Se non sei d’accordo con loro, sei anti-LGBT
Cari signori, signore o quel che vi pare LGBT, io non ho nessuna intenzione di approvare che le vostre “tematiche” vengano portate ai bambini. Non ho alcuna garanzia di una vostra presunta e aprioristica “santità obiettiva” non volta a condizionare pesantemente la vita di un qualsiasi fanciullo e di condurlo verso strade diverse da quelle che sceglierà, liberamente, lui stesso.
Quindi, come tanti altri che purtroppo non contano, mi ribello a quello che state cercando di fare, in tutto l’Occidente prima ancora che nell’Ungheria la quale, derelitta, semplicemente vi sta contestando e non è d’accordo con voi.
Perché chiunque non sia d’accordo con voi è un omofobo. Occorre darvi sempre ragione, accettare tutto ciò che proponete, aprioristicamente, pena essere tacciati di essere brutti, cattivi e, ovviamente, anti-LGBT.
Ma la verità è una sola, come si spiegava nel corpo del testo: l’unica questione è non tollerare opposizioni, di nessun tipo.
(di Stelio Fergola)