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Come l’UE sta distruggendo sempre più a fondo l’industria italiana

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L’UE non ha mai rappresentato un organismo internazionale che abbia difeso l’industria italiana ed i suoi straordinari pregi. Al contrario, le sue ricette di austerità, riduzione del debito e del deficit – peraltro, con una moneta de facto straniera e dai pesanti interessi passivi -, con annessi e connessi, hanno contribuito fortemente al suo smantellamento.

 

Il falso racconto dei media e la collusione interna

I media e i politici italiani ed europei affermano continuamente che l’Unione Europea sarebbe l’unico baluardo in difesa dell’industria italiana e del Bel Paese tutto che, piccolo e da solo, soccomberebbe sotto il peso degli Stati Uniti, della Russia e della Cina, i giganti della geopolitica contemporanea.

Eppure, analizzando un minimo il contesto economico e geopolitico attuale, non possiamo non notare un quadro del tutto diverso da quello che ci viene proposto dai media tradizionali. Ad esempio la Francia, tramite la Total, vorrebbe acquistare l’ENI, azienda strategica italiana fondamentale per noi, fondata da Enrico Mattei. Alcuni esponenti del PD e dei Cinque Stelle starebbero già relazionandosi con le controparti francesi per valutare e in caso portare avanti l’acquisizione.

 

Etichette e dazi: l’UE distrugge l’industria italiana

Nello stesso momento, la Germania starebbe pensando di introdurre un sistema sintetico di etichettatura per gli alimenti basato su un semaforo a tre colori, che vanno dal verde per i cibi salutari al rosso per quelli ritenuti dannosi. Uno dei prodotti che si prenderà il bollino rosso? Il Parmigiano, chiaramente. Tale sistema, già adottato nel Regno Unito, mise il bollino verde alle bevande dolcificate con edulcoranti e bollino rosso al Parmigiano. Dopotutto è risaputo che in Italia si viva più a lungo grazie alle bevande dolcificate tramite edulcoranti.

In tutto questo, l’UE distrugge ulteriormente l’industria italiana, imponendoci le sanzioni alla Russia, che si traducono in miliardi di export persi all’anno, imprenditori italiani e sopratutto veneti che falliscono e famiglie che rimangono senza lavoro. Contemporaneamente, il presidente degli USA Donald Trump firma per i dazi sui prodotti europei (quindi anche italiani, tra cui il Parmigiano e la mortadella) per colpa di Francia e Germania che hanno dato aiuti di Stato ad Airbus in concorrenza con la Boeing statunitense, cosa a cui l’Italia non ha minimamente partecipato ma di cui paga le conseguenze.

 

Traditori ed UE collaborano contro l’industria italiana

Le acciaierie dell’ILVA di Taranto, che danno lavoro a diecimila persone (e dunque da vivere ad altrettante famiglie) sono state da anni commissariate e tolte alla famiglia Riva senza uno straccio di sentenza, nemmeno in primo grado, e cedute alla Francia. Ora l’industria dell’acciaio italiana sta fallendo, e il sottosegretario alla presidenza del consiglio, il prof. Turco, afferma in un’intervista: “Non vedo l’ora di avere una Taranto senza acciaio“, evidentemente forte di un’alternativa d’impiego per diecimila operai… No?

Rimanendo in tema Puglia, l’industria dell’olio del tacco d’Italia sta morendo poiché nessuno ha ascoltato gli scienziati del CNR, che consigliavano il taglio degli ulivi malati per contenere l’epidemia di Xylella, e che anzi sono stati indagati in un isterico attacco di massa di complottismo a matrice 5 Stelle.

Insomma, sembra proprio che questa UE (ed in particolare l’asse franco-tedesco) sia pericolosa per l’industria italiana e per noi, come anche quei governi di quei partiti che remano contro l’interesse nazionale e che hanno strette relazioni con la Francia (caso Gozi docet), la Germania o quel pazzo di Beppe Grillo.

Ma tranquilli, cari lettori, il problema è Savoini e i suoi rapporti con gli oligarchi russi, non un’UE che ci calpesta quotidianamente, o dei partiti italiani che compiono veri e propri atti di alto tradimento nei confronti della Nazione.

–> LEGGI ANCHE “ITALIA IN SVENDITA: ECCO COME HANNO DISTRUTTO L’ECONOMIA NAZIONALE”

(Alessandro Carocci)

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