Da Berlusconi al PD: l'anti-italianismo degli "amici" di Verhofstadt

Da Berlusconi al PD: l’anti-italianismo degli “amici” di Verhofstadt

L’Unione Europea continua a fabbricare mostri, e in Italia c’è anche chi pare apprezzarli. Dagli Schultz ai Moscovici, dagli Juncker agli Oettinger, il nome nuovo è quello di Guy Verhofstadt, liberale belga e capogruppo del gruppo ALDE al Parlamento Europeo.

Il soggetto è balzato agli onori della cronaca per aver definito “burattino” il presidente del consiglio Conte. È solo l’ennesimo attacco che subisce chiunque rappresenti il nostro Paese e non si pieghi supinamente alle logiche di Bruxelles, nulla di cui stupirsi. Stupisce invece, che tra qualche mente sana (vd. Calenda) c’è chi in Italia condivide questo atteggiamento di scherno, anziché prendere posizioni di ferma condanna.

Strano posto l’Europa; e strana è anche la mentalità di certi politici italiani per i quali incontrare i gilet gialli è atto gravissimo dalle sapore fascista, mentre insultare ripetutamente il nostro Paese o i suoi rappresentanti diventa qualcosa di banale o addirittura condivisibile.

Finisce così che gli stessi fini esperti di protocollo diplomatico che attaccavano Di Maio appena qualche giorno fa e scrivevano lettere di scuse da indirizzare all’Eliseo, oggi finiscono, col loro immancabile stile “tafazziano”, per dimenticare tutto purché l’offesa sia diretta verso Roma.

Su twitter ad esempio non sono mancati gli giubili delle lady PD Alessia Morani e Pina Picierno, dapprima condividendo il video del discorso del politico belga e poi cimentandosi (entrambe) in una sorta di “Esegesi del Verhofstadt” per difenderlo dalle accuse di anti-italianità e dimostrare che mai il buon Guy aveva insultato il popolo italiano (e ci mancherebbe altro!).

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Altro apprezzamento è arrivato da Silvio Berlusconi. L’ex presidente, ex leader del centrodestra ed ex combattente del Parlamento europeo (il mondo ricorda gli screzi con Schultz), ci ha tenuto a rilanciare, in un’intervista, il concetto di “Conte burattino”.

Dimentico dunque di quando monsieur Sarkozy e frau Merkel ridevano proprio di lui; completamente privato del ricordo (speriamo non sia Alzeihmer) del “golpe” – come lui stesso lo ha definito – messo in atto dall’UE contro il suo governo, continua, pur di colpire i 5 stelle a difendere qualsivoglia offesa provenga da Bruxelles. “Verhofstadt ha detto quello che pensano tutti (…) Italiani svegliatevi, siete completamente ciechi, siete una vergogna”.

Insomma, come prevedibile, salvo qualche eccezione, molti esponenti delle opposizioni si sono trovati, come sempre, concordi su un punto: l’attacco al governo viene prima della difesa dell’Italia. Il rancore dovuto all’andamento funesto delle recenti tornate elettorali misto al livore per una posizione di potere persa li fa spingere sempre più sul tasto dell’anti-italianità.

Non c’è da meravigliarsi poi che gli italiani continuino a votare il governo giallo-verde: pare infatti contraddittorio e ridicolo parlare di difesa dell’Italia se, solo per screditare l’avversario, non la si riesce a difendere neanche sul piano delle dichiarazioni formali.

(di Simone De Rosa)

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