Kevin Spacey

Kevin Spacey assolto: smentita l’ennesima bufala di Buzzfeed

Kevin Spacey è stato assolto. Come riporta l’Ansa, il premio Oscar Kevin Spacey esce indenne dal primo processo per molestie. I procuratori del Massachusetts hanno infatti lasciato cadere le accuse di aver aggredito sessualmente nel 2016 il barista diciottenne di un locale di Nantucket, l’isola legata al romanzo di Melville ‘Moby Dick’. Molestie che sarebbero avvenute dopo che gli aveva pagato da bere in un incontro casuale in un affollato piano-bar, il Club Car, e si era offerto di accompagnarlo a casa, secondo la denuncia della presunta vittima. In una dichiarazione giurata dello scorso dicembre, il cinquantanovenne divo di “House of Cards”, che rischiava sino a 5 anni, si era dichiarato non colpevole, mantenendo questa linea per tutto il dibattimento.

Kevin Spacey, cadono le accuse

Il suo avvocato aveva nel frattempo messo in dubbio la credibilità dell’accusatore, sostenendo che aveva cancellato diversi messaggi e fotografie scambiate con Spacey che avrebbero dimostrato l’innocenza dell’attore. Per questo aveva chiesto al giudice una copia “completa e non alterata” dei dati del telefono del cameriere, che però non è mai stata presentata. Sparito anche il cellulare. Il giovane aveva già messo a verbale che non aveva cancellato nulla, ma quando è stato riconvocato ha invocato il quinto emendamento, quello che consente di non testimoniare contro se stessi. Quindi aveva ritirato la denuncia, che era stata presentata anche su insistenza della madre, una ex anchor tv di Boston, Heather Unruh. Il caso si è quindi sgonfiato da solo e oggi l’accusa ha fatto marcia indietro.

Su Spacey il fango del solito Buzzfeed

Indovinate un po’ qual era il sito americano di gossip che ha dato spazio a un accusatore non credibile e ora screditato? Ovviamente si tratta di Buzzfeed, il sito che ha pubblicato l’inchiesta sui presunti finanziamenti russi alla Lega. Anthony Rapp, attore della serie tivvù Star Trek Discovery, aveva lanciato le sue accuse – oggi smentite – proprio dal sito americano che ha pubblicato anche il falso dossier sul Russiagate redatto da Christopher Steele. Come riporta IlGiornale.it, Nel giro di pochi giorni, il sito americano Buzzfeed è diventato una sorta di Bibbia per la stampa che ha diffuso l’inchiesta sui presunti finanziamenti russi alla Lega con al centro il presidente di Lombardia-Russia Gianluca Savoini.

Eppure il giornale online fondato da Jonah Peretti nel 2006 non è certo un campione di trasparenza, soprattutto per ciò che riguarda le fonti, spesso riconducibili alle agenzie d’intelligence. Come osservato da The Hill, giornale politico statunitense pubblicato a Washington, D.C, la pubblicazione del falso dossier su Trump da parte di Buzzfeed “rappresenta una violazione dell’etica giornalistica”. “L’etica è stata sconfessata da un’ossessione per i clic – e le entrate pubblicitarie che li accompagnano – ancora una volta. Perché essere precisi quando puoi essere il primo? E dato che questa storia sta dominando il ciclo delle notizie, BuzzFeed sta sicuramente ricavando un folle traffico da questa decisione”.

(di Roberto Vivaldelli)

 

 

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