Cremlino, il portavoce Peskov

Il Cremlino e le bufale di Buzzfeed: “Mai dato soldi a politici italiani”

Interpellato dall’Agi, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, smonta l’inchiesta del “Russiagate italiano”.«La Russia non ha mai dato soldi ad alcun politico o partito in Italia» afferma Peskov, che conferma l’estraneità di Mosca in merito al caso Savoini e nega di essere a conoscenza dell’identità dei cittadini russi presenti al Metropol di Mosca, lo scorso 18 ottobre. «Non abbiamo nulla a che fare con questa storia e per questo, semplicemente, non possiamo conoscere i dettagli che vi interessano».

Il portavoce del presidente Vladimir Putin, infine, risponde cosi’ all’Agi che chiedeva di un’eventuale disponibilità russa a collaborare nelle indagini aperte in Italia: «Esistono meccanismi di assistenza legale reciproca a cui (i magistrati italiani, ndr) potranno ricorrere, se necessario».

Buzzfeed, un giornale screditato

Come spiega IlGiornale.it, Buzzfeed è una testata tutt’altro che autorevole, che diffonde bufale su bufale. Il giornale online fondato da Jonah Peretti nel 2006 non è certo un campione di trasparenza, soprattutto per ciò che riguarda le fonti, spesso riconducibili alle agenzie d’intelligence. Come osservato da The Hill, giornale politico statunitense pubblicato a Washington, D.C, la pubblicazione del falso dossier su Trump da parte di Buzzfeed “rappresenta una violazione dell’etica giornalistica”. “L’etica è stata sconfessata da un’ossessione per i clic – e le entrate pubblicitarie che li accompagnano – ancora una volta. Perché essere precisi quando puoi essere il primo? E dato che questa storia sta dominando il ciclo delle notizie, BuzzFeed sta sicuramente ricavando un folle traffico da questa decisione”.

Tutti i dubbi sull’inchiesta che coinvolge Lega e Cremlino

Oltre alla fonte, tutt’altro che autorevole, l’inchiesta in sé solleva molti dubbi. Come evidenziato da InsideOver, l’inchiesta di Buzzfeed – che riprende ciò che aveva già in buona parte pubblicato L’Espresso a febbraio – non è stata in grado di determinare né l’identità dei russi che hanno partecipato all’incontro né degli accompagnatori italiani di Savoini. Né tantomeno di accertare se i soldi di cui si parla sono poi finiti effettivamente nelle casse della Lega. E questo non è un dettaglio di poco conto. Su Twitter, Alberto Nardelli, il giornalista che ha confezionato l’inchiesta per il giornale americano, pubblica un estratto audio di 1 minuto e 38 attribuito a Gianluca Savoini e scrive: “Questo audio fornisce la prima prova concreta dei tentativi clandestini russi di finanziare i movimenti nazionalisti europei e dell’apparente complicità di alcune figure di alto livello dell’estrema destra in quei tentativi”.

Per quanto riguarda il breve estratto audio pubblicato su Twitter dal giornalista possiamo affermare tranquillamente che non è assolutamente vero né dimostra alcunché. È una legittima opinione politica quella che Savoini esprime: “Il prossimo maggio ci saranno le elezioni europee – dice – Vogliamo cambiare l’Europa. La nuova Europa deve essere vicina alla Russia, come prima, perché vogliamo avere la nostra sovranità. Vogliamo davvero decidere per il nostro futuro, per gli italiani, i nostri figli, i nostri figli. Non dipendere dalle decisioni di Bruxelles, degli Stati Uniti. Vogliamo decidere noi. Salvini è il primo uomo che vuole cambiare tutta l’Europa. Insieme ai nostri alleati, colleghi e altri partiti in Europa” come Freiheitliche Partei Österreichs in Austria, Afd in Germania, Le Pen in Francia, Orbán in Ungheria. “Vogliamo davvero costruire una grande alleanza con questi partiti che sono pro Russia, ma non per la Russia, ma per i nostri Paesi”.

Cosa proverebbero queste dichiarazioni se non la volontà politica – legittima e comprensibile per un’associazione culturale che si chiama Lombardia-Russia – di avere migliori relazioni con una potenza come la Federazione Russa?

(di Roberto Vivaldelli)

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