I giudici riportano la Sea Watch in mare. La nave ONG che si trovava nel porto di Licata, potrebbe riprendere presto la navigazione, alla ricerca di nuovi migranti da portare in Italia.
Come riporta il Giornale, dopo fermo e sequestro probatorio, per il caso Sea Watch era stato revocato quello preventivo. Il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e il pm Cecilia Bavarelli hanno firmato la “scarcerazione” della nave, dopo che la stessa era stato oggetto di un duro braccio di ferro tra governo e giudici.
All’epoca del fermo, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli era stato abbastanza chiaro nel merito, parlando di “violazioni delle norme in materia di sicurezza della navigazione e di tutela dell’ambiente marino. Stiamo parlando di una imbarcazione registrata come “pleasure yacht”, che non è in regola per compiere azioni di recupero dei migranti in mare. E mi pare ovvio, visto che è sostanzialmente uno yacht. In Italia questo non è permesso”.
Il provvedimento della procura avrà effetto immediato ed è stato già notificato agli avvocati della ONG, Alessandro Gameberini e Leonardo Marino.
Negli ultimi giorni nel frattempo Alarm Phone, l’aereo che segnala i “barconi in avaria” è stato particolarmente presente sulle scene, segnalando l’ “imbarcazione in difficoltà” con 100 “migranti a bordo“.
Persone in ogni caso salvate dalla Marina Militare e presto condotti al porto di Genova. La guerra tra governo e ONG, insomma, prosegue senza sosta. Le seconde, a quanto pare, ben assistite da giudici e procuratori.
(la Redazione)