Dietrofront del Segretario Pd Nicola Zingaretti sulla presunta – o meglio, inesistente – minaccia fascista in Italia. Come riporta Libero, intervenendo alla direzione nazionale del Partito democratico, il segretario Nicola Zingaretti fa retromarcia dopo settimane di striscioni e isteria. «Le pulsioni di destra ci sono, sono pericolose, ma non dobbiamo fare confusione», afferma: «Il fascismo è un’ altra cosa, evocarlo significa entrare in una logica dello scontro di piazza che porta solo acqua al mulino di Matteo Salvini».
“Vogliamo l’alleanza con Macron”
Zingaretti aggiunge: «Uno degli aspetti più attrattivi di Salvini è quello della chiarezza, della sicurezza. Noi invece diamo l’ immagine di un partito assai poco compatto e non perché si discute al nostro interno, che per noi è un bene, ma perché è un arcipelago di ruoli. C’ è un gruppo dirigente nazionale appesantito dal rischio di un ritorno di un regime correntizio e non possiamo far finta che questo non rappresenti un problema. Non ce lo possiamo più permettere».
Il Segretario conferma l’alleanza con Macron: «Dobbiamo mettere in campo un fronte europeo anche con Macron. Un fronte non solo in chiave anti sovranista, ma per migliorare la vita dei cittadini».
Zingaretti, più Europa e più migranti
Il neo-segretario del Pd, Nicola Zingaretti è un europeista convinto ed è tra quelli che sostiene la creazione degli Stati Uniti d’Europa. «L’obiettivo strategico – ha dichiarato Nicola Zingaretti lo scorso novembre, davanti ai giornalisti stranieri – deve essere quello di un’Europa che sceglie e punta all’individuazione di un presidente degli Stati Uniti d’Europa eletto democraticamente, superando l’idea di un’Unione oggi troppo intergovernativa, fermata dagli Stati che poi indicano le stesse istituzioni europee come un freno e come responsabili dei propri problemi».
«Abbiamo il dovere – ha osservato – di svelare questo imbroglio sovranista, nessun Paese europeo ha la massa critica, politica, culturale, sociale ed economica necessaria per essere protagonista da solo». Nessuna parola del neo-segretario del Pd sulla minaccia che rappresenta il direttorio franco-tedesco per gli interessi nazionali italiani: d’altro canto, la ragion di stato non è tra le priorità dei dirigenti del Partito democratico e dei liberali di sinistra».
(La Redazione)