Ennesima caduta nello strapiombo del pensiero dominante. Non contenti della già infelice caduta di stile dell’ex ministro Monica Cirinnà, che settimane fa aveva definito “Dio, Patria, Famiglia” uno slogan fascista pur di giustificare il vergognoso cartello esposto contro il Congresso di Verona, i progressisti ci riprovano.
Alfiere nientepopodimeno che quel genio dell’economia di nome Alain Friedman, evidentemente così disinformato da proseguire nella scalata infinita di ignoranza all’affermazione della Cirinnà di qualche tempo prima. Disinformato così come Repubblica, che continua a definire la citazione, ripresa dalla Meloni al Congresso mondiale della Famiglia di Verona, come frutto del Fascismo.
Come ricordava Angelo Panebianco sul Corriere della Sera nel 2016, “Mazzini, spirito imbevuto di religiosità, pensava a una nazione la cui saldezza fosse assicurata da un solido ancoraggio a valori comunitari e nella quale la cittadinanza non fosse solo un catalogo di diritti ma anche un insieme di doveri verso i consanguinei, verso la patria, verso Dio”.
Che poi il pensiero sia stato ripreso dal Fascismo (come molti altri motti risorgimentali e anche risalenti alla prima guerra mondiale) è ovviamente un altro discorso, ma dovrebbe semmai far riflettere a chi è ossessionato dal ventennio, se per schierarvisi sempre contro si è costretti a etichettare con fascista ogni pensiero ad esso precedente.
In ogni caso non credo ci sia da aggiungere granché. Se non che approviamo la risposta piccata ma presumibilmente soddisfatta della Meloni ben si “attacca” sulla fronte di questi peracottai della cultura che oltre a fare la morale un giorno sì e l’altro pure hanno pure la pretesa di avere la verità in tasca.
(di Stelio Fergola)