«In Siria centinaia di migliaia di arabi sono stati cacciati dalle zone cadute sotto il controllo delle milizie curde sostenute da Washington». Lo scrive il corrispondente di Repubblica da Beirut, Paolo Celi, che documenta «lo spostamento forzato di popolazioni sunnite».
«In Siria centinaia di migliaia di arabi sono stati cacciati dalle zone cadute sotto il controllo delle milizie curde sostenute da Washington. Questo spostamento forzato di popolazioni sunnite – afferma Celi – è stato documentato da Organizzazioni Non Governative e da alcuni organismi internazionali, le accuse contro i curdi vanno dai crimini di guerra alla pulizia etnica. Gli sfollati sopravvivono in campi profughi improvvisati sul confine siriano-turco o, i più fortunati, sono stati reinsediati nelle città sotto il controllo del Free Syrian Army».
Non solo gli arabi sunniti sono sotto pressione nelle aree conquistate dalle milizie curde, scrive sempre Celi. «Cristiani Assiri e altre minoranze, che vivono nell’autoproclamata regione autonoma curda del Rojava nel nord-est della Siria, denunciano quotidiane intimidazioni, arresti ingiustificati e chiusura delle loro scuole. In conseguenza della loro lotta contro il cosiddetto stato islamico (IS), le forze curde, sostenute dagli Stati Uniti, hanno stabilito il loro predominio nella Siria orientale e proclamata l’autonomia delle aree liberate».
Gravi violazioni di diritti umani a opera delle forze curde denunciate in passato anche da Amnesty International. Che diranno ora centri sociali e trozkisti vari che hanno sempre sostenuto l’operato dei curdi in Siria?
(La redazione)