Georgieva e Soros

Georgieva, candidata dell’Ue all’Fmi, è un’amica di Soros

La bulgara Kristalina Georgieva è ufficialmente la candidata dell’Ue per la guida dell’Fmi. La scelta è arrivata in tarda serata, al termine di una maratona negoziale e un voto serrato tra i 28 Paesi membri: un voto che ha mostrato le profonde divisioni tra i 28 Paesi ed è stato complicato fino all’ultimo nonostante il fatto che, tra ieri e oggi, si fosse ridotta a due la lista dei candidati che comprendeva, oltre all’economista bulgara, l’olandese Jeroen Dijsselbloem.

Si erano ritirati dalla corsa l’attuale presidente dell’Eurogruppo, il portoghese Mario Centeno; il ministro ad interim dell’Economia in Spagna, Nadia Calvino, e infine il governatore della banca centrale finlandese, Olli Rehn.

Georgieva, amica di Soros

Come scrive IlGiornale.it, la nomina Ue di Georgieva è una vittoria non solo di Macron ma anche del finanziere liberal George Soros. Nel 2014, lo speculatore, sostenitore del Partito democratico americano, ha consegnato a Georgieva il premio dell’Open Society Foundations. Premio che “viene assegnato a personalità di spicco i cui risultati hanno contribuito in modo sostanziale alla costruzione di una società aperta”.

Tutti e 11 i capi dell’FMI, dal 1946 in poi, provengono dall’Europa, in virtù di un accordo informale con gli Stati Uniti, che sceglie il capo della Banca mondiale. Insieme, gli Stati Uniti e i Paesi dell’Ue detengono il 46 percento dei voti. Il Fondo Monetario Internazionale, infatti, è un organismo frutto della leadership degli Stati Uniti nel blocco occidentale, nato al termine della Seconda Guerra Mondiale con la creazione delle organizzazioni internazionali dette di “Bretton Woods”.

Sconfitto il falco anti-italiano

Il rivale Dijsselbloem è stato osteggiato dai Paesi del sud Europa e dall’Italia dopo i suoi commenti offensivi. Dijsselbloem, già presidente dell’eurogruppo ed ex ministro delle finanze olandese, ha dichiarato a un giornale tedesco nel 2017, in riferimento alle abitudini fiscali della Grecia e di altri paesi dell’Ue con un debito pubblico elevato che “non possibile spendere tutti i soldi in liquori e donne” e poi “chiedere aiuti”. Commenti che gli sono costati la nomina alla presidenza del Fondo Monetario Internazionale.

L’ex presidente dell’eurogruppo, aveva attaccato l’Italia anche nell’ottobre 2018: “Se la crisi italiana diventerà una grave crisi, essa imploderà principalmente nell’economia italiana…al contrario di diffondersi in Europa. A causa del modo in cui l’economia italiana e le banche italiane sono finanziate, sarà un’implosione piuttosto che un’esplosione”.

(La Redazione)

 

 

 

 

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