Il primo Fascismo, dalla nascita alla marcia su Roma

Il primo Fascismo, dalla nascita alla marcia su Roma

Il centenario della riunione sansepolcrista che diede i natali al movimento dei Fasci di Combattimento ha consentito di riesaminare, attraverso una serie di pubblicazioni, il primo fascismo. dalla nascita alla marcia su Roma.

Oltre ai validi numeri delle riviste “Storia in rete” e “Storia Rivista” il lavoro più esaustivo a riguardo è stato indubbiamente “Alba nera” di Antonio Carioti uscito con il quotidiano “Il Corriere della Sera”.

Il primo Fascismo, dalla nascita alla marcia su Roma

Il volume si presenta suddiviso in tre parti: la prima narra, in forma saggistica, gli avvenimenti compresi tra la riunione del 23 marzo 1919 in piazza San Sepolcro e la nascita del primo governo Mussolini. la seconda affida a quattro esperti, tramite interviste, gli approfondimenti su presa del potere, regime totalitario, squadrismo e aclassismo del movimento. la terza e ultima è rappresentata da un’interessante appendice di tredici documenti dell’epoca tra i quali il programma politico fascista, articoli e discorsi di Benito Mussolini.

Dalla marcia su Roma alla presa del potere

La prefazione curata da Sergio Romano individua nel concetto di “prima guerra civile” il fulcro degli avvenimenti postbellici in cui in Italia e non solo (si vedano i casi di Germania e Ungheria). Le forze socialiste e comuniste fallirono nel tentativo di imitare la rivoluzione compiuta da Lenin in Russia per poi soccombere ai movimenti nati dalle stessa Prima Guerra Mondiale.

Il primo Fascismo, dalla nascita alla marcia su Roma

La Trincerocrazia descritta dalle colonne del Popolo d’Italia dal futuro duce appena cinquanta giorni dopo la disfatta di Caporetto. Qualche riscontro in meno viene da alcuni passaggi degli intervistati, in particolar modo Simona Colarizi e Fabio Fabbri. La docente emerita presso l’Università La Sapienza affida all’odio la matrice vincente del fascismo, sentimento del tutto avverso a chi trova nel nuovo movimento la capacità di coniugare istanze rivoluzionarie (anticlericalismo, repubblicanesimo, diritti dei lavoratori) con l’amore per la Patria.

Il primo Fascismo, dalla nascita alla marcia su Roma

I miti sul primo fascismo

Anche la tesi della connivenza delle autorità regge poco o nulla davanti a fatti quali l’eccidio di Sarzana o il comportamento di prefetti tutt’altro che dolci con le squadre d’azione come Cesare Mori. Piuttosto fu l’agire del singolo uomo di Stato a determinare ora una simpatia per le squadre in camicia nera in un luogo e per le leghe rosse in un altro.

Quanto alle tesi di Fabbri, ordinario presso Roma 3, la definizione di reazionario verso il primo Mussolini in antitesi al primo volume dello storico Renzo De Felice intitolato “Mussolini: il rivoluzionario” appare davvero immotivata.

Pur opposto al Partito socialista Mussolini non fu antioperaio (come spiegare allora l’intervento presso la fabbrica di Dalmine?) e ebbe tra i suoi principali affluenti di uomini e idee il sindacalismo rivoluzionario. Decisamente più interessanti le tesi esposte da Alessandra Tarquini e Marco Tarchi.

La docente di storia contemporanea delinea le divergenze tra il primo fascismo e i nazionalisti che confluiranno, con il proprio bagaglio organico solamente nel 1923 nel nuovo partito, ed individua nell’esautorazione delle classi dirigenti liberali il vero obiettivo del fascismo.

Merita una menzione anche la differenziazione con un altro regime, quello di Franco in Spagna che si appoggerà maggiormente alla Chiesa con un carattere prettamente conservatore. Pur essendo l’Uomo della Provvidenza che sigla i Patti Lateranensi nel 1929, Mussolini non darà spazio ai cattolici fascisti. Al professor Tarchi spetta la puntualizzazione sul ruolo di Mussolini all’interno del primo fascismo in cui i ras locali, da Grandi a Farinacci passando per Balbo, contendono non poco un ruolo di primo piano fino a rigettare il patto di pacificazione.

Solamente la presa del potere sancisce, secondo Tarchi, l’incontestabilità della leadership di Mussolini. Altro mito sfatato da Tarchi è quello dell’originaria composizione del fascismo, per alcuni prettamente borghese o vicina ai proprietari agrari, definita, invece, dal politologo romano aclassista e mirante all’eliminazione dei conflitti proprio per la sua trasversalità.

Chiudono il volume i profili biografici dei principali uomini che diedero l’impulso al fascismo sansepolcrista e una cronologia degli eventi dalla nascita di Benito Mussolini al mandato con cui Vittorio Emanuele III decreta l’inizio del Ventennio.

(di Luca Lezzi)

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