Nessuna archiviazione per Tiziano Renzi, il padre di Matteo, accusato di traffico di influenze illecite. Decisione presa dal gip di Roma Gaspare Sturzo, otto mesi dopo la richiesta avanzata dalla Procura di far cadere le accuse nei confronti di Renzi senior. La prossima camera di consiglio sarà il 14 ottobre.
Insieme a Tiziano Renzi, il giudice ha detto “no” anche ad altri indagati, fra cui l’ex ministro Luca Lotti, il generale Emanuele Saltalamacchia e Carlo Russo. Respinta la richiesta anche ad Alfredo Romeo, Italo Bocchino (ex parlamentare Pdl, Silvio Gizzi, Domenico Casalino e Francesco Licci.
Le dichiarazioni di Tiziano Renzi
Il padre di Renzi ha detto più volte di conoscere Russo, ma di non aver mai parlato con lui di Consip. Poco credibile, viste le esperienze in comune sia lavorative che festive, come un viaggio a Medjugorie in comune. In ogni caso per il gip:
«queste ultime affermazioni non appaiono credibili confrontate con quanto dichiarato dal testimone, ex ad di Consip, Luigi Marroni. In modo dettagliato, con alcuni puntuali riscontri su luoghi e tempi degli incontri avvenuti con Renzi considerato che tale teste non aveva interesse ad affermare il falso, ricostruendo circostanze che, semmai, potevano metterlo in difficoltà».
Aggiungono sempre i pm, che Marroni ha detto che: «in due occasioni, nel settembre 2015 e nella primavera 2016, Tiziano Renzi lo avrebbe pregato di ricevere Russo per ‘dargli una manò. Si sarebbe trattato, secondo quanto riferito da Marroni, di una generica raccomandazione che non avrebbe avuto alcun esito».
Insomma, il padre dell’ex premier Matteo Renzi se la passera sempre peggio. Che sia colpevole o meno lo sapremo alla fine delle indagini della procura e del sistema giudiziario italiano, in ogni caso, certe coincidenze sono troppo decisive per essere pure “coincidenze”.
(La Redazione)