Savini Di Maio Carabiniere

Salvini e Di Maio: i commenti sull’omicidio del carabiniere

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Sono ancora molto accesi i commenti a caldo sull’uccisione di Mario Cerciello Rega, il carabiniere 35enne che è stato accoltellato a morte a Roma: le ricostruzioni della vicenda si sono attorcigliate ulteriormente e non poco, visto il coinvolgimento di due giovani americani nella vicenda, allargatasi a loro ed allo spacciatore nord-africano (altre fonti parlano di un italiano) che avrebbe chiesto agli uomini delle Forze dell’Ordine una mano per il “cavallo di ritorno” [pagamento di un riscatto per riavere indietro l’oggetto di un furto, N.d.R.] della sua roba (tutte da verificare naturalmente, visti i diversi punti oscuri della vicenda).

In ogni caso, il giovane vice-brigadiere – peraltro, sfortunatamente freschissimo sia di matrimonio che di compleanno – ha perso la vita, servendo il Paese e mettendo a repentaglio se stesso per il bene e la sicurezza di tutti: questo ha giustamente suscitato numerosi commenti in merito, da parte di esponenti di qualunque provenienza politica.

Carabiniere ucciso: il commento di Matteo Salvini

Dopo quelli al vetriolo della giornata di ieri, il vicepremier leghista Matteo Salvini ha rincarato la dose sul suo profilo Facebook, essendo che egli è particolarmente vicino ed attaccato alle Forze dell’Ordine nazionali: «Sperando che l’assassino nel nostro povero Carabiniere non esca più di galera, ricordo ai buonisti che negli Stati Uniti chi uccide rischia la pena di morte», ha detto, soprattutto in riferimento all’opposizione PD, oramai un disco rotto sempre in prima linea nel denunciare un “clima di odio” (salvo poi non risolvere le aporie di tal fatto che esso stesso causa). Concludendo: «Non dico di arrivare a tanto, ma al carcere a vita (lavorando ovviamente) questo sì!».
Salvini carabiniere

 

Omicidio di Trastevere: Di Maio ricorda il carabiniere

Sempre sul social network di Mark Zuckerberg ha scritto un lungo post l’altro vicepremier, il pentastellato Luigi Di Maio: «Dopo la tragedia dell’altra notte, oggi il mio pensiero va a Mario e al modo in cui l’hanno portato via a sua moglie, alla sua famiglia, dopo poco più di un mese di matrimonio. È una morte che mi riempie di rabbia e di senso di ingiustizia. Non è facile accettare una morte così. Questo ragazzo è morto per cosa? Per uno spacciatore che vendeva liberamente le sue dosi nel centro di Roma come se nulla fosse? Per due ragazzini americani in vacanza, con i soldi in tasca, che si stavano sballando e poi improvvisamente uno dei due ha accoltellato un nostro Carabiniere? Un uomo dello Stato italiano, un ragazzo che coraggiosamente era al servizio di tutti noi».

Ha poi proseguito, facendo generare in alcuni il sospetto di starsi riferendo specificamente al proprio pari alleato di governo, il Ministro dell’Interno Salvini: «Si può morire così? Si può lasciare una moglie da sola, una madre, gli amici piangere nel dolore per colpa di tre mezzi delinquenti? Si poteva evitare tutto questo? Io dico di sì. O perlomeno si deve fare di tutto perché questi eroi dimostrino il loro valore con la vita e mai con la morte. Chi conosce città come Roma sa benissimo che ci sono condizioni precarie di sicurezza interna, che questi giri di droga, spaccio, violenza, purtroppo, sono all’ordine del giorno in certi quartieri e anche in centro. […] Io non so di chi sia la colpa, questo non sono io a doverlo stabilire».

Di Maio Carabiniere

La conclusione: c’è bisogno di più sicurezza

Tuttavia, a differenza di quel che molti organi di informazione hanno supposto, non c’è nulla di lapalissianamente accusatorio in questo post, anzi semplicemente si sottolinea un obiettivo che, invero, è comune ad ambedue le forze della maggioranza di governo: aumentare la sicurezza nel Paese, garantire una certezza della pena e permettere ai cittadini di girare più tranquilli nelle loro città. La strada sarà forse tortuosa ed ispida di ostacoli, ma quella della collaborazione dell’esecutivo e del Parlamento per giungere ai succitati risultati è senza ombra di dubbio quella giusta da seguire.

(Lorenzo Franzoni)

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