Libia, strage migranti

Libia, strage in mare: morte 150 persone

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Potrebbero essere 150 i morti del naufragio avvenuto al largo delle coste di Al Khoms, in Libia. Lo scrive su twitter il portavoce dell’Unchr per l’Africa ed il Mediterraneo/Libia, Charlie Yaxley, che chiede “un cambio di approccio” nella gestione dei flussi migratori, “è urgente salvare le vite in mare”. “Le notizie che arrivano parlano di un grande naufragio al largo delle coste della Libia, sarebbero state salvate 150 persone e riportate in Libia: uno dei sopravvissuti riferisce che un grande gruppo è morto in mare, le stime parlano di 150” vittime, riferisce il portavoce E “se queste cifre sono corrette – denuncia – si tratta della peggiore perdita di vite umane nel Mediterraneo nel 2019. Un dato che ci ricorda, se necessario, che ci deve essere un cambio di approccio sulla situazione nel Mediterraneo. E’ urgente salvare vite in mare”.

Libia, i migranti erano diretti verso l’Italia

Secondo il Corriere della Sera, pare che uno o due barconi con a bordo oltre 300 persone siano salpati all’alba diretti alle coste italiane. Le condizioni metereologiche sono ottime per le partenze in questi giorni: poco vento, mare calmo. «Una delle barche si è però capovolta a poche miglia dalla costa. I primi a intervenire sono stati i pescatori locali», ci racconta un addetto al porto. A Khoms le operazioni di recupero dei cadaveri sono ancora in pieno svolgimento. Per le strade di Tripoli i migranti che incontriamo sono come al solito fatalisti.

Guardia costiera libica: “Dispersi almeno 116 migranti”

Almeno 116 migranti risultano dispersi dopo l’ultimo naufragio avvenuto oggi nel Mediterraneo centrale. Lo ha reso noto la Guardia costiera libica secondo quanto riferisce l’emittente televisiva satellitare emiratina “Al Arabiya”. In base a questa fonte, le motovedette libiche sono riuscite a salvare 132 persone. La dinamica dell’incidente, tuttavia, non è ancora chiara. La televisione araba parla di un’imbarcazione che si sarebbe ribaltata al largo delle coste della Libia.

L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi, ha parlato della “peggiore tragedia dell’anno nel Mediterraneo”. L’ufficio in Libia dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha riferito che circa 150 persone mancano all’appello a seguito di un naufragio al largo delle coste libiche. Altri 145 migranti, invece, sono stati recuperati e portati a terra. Secondo l’Unhcr, almeno 100 persone hanno perso la vita mentre altre 140 sono state recuperate e portate a terra, dove hanno ricevuto assistenza umanitaria e medica. Secondo Grandi ora è necessario “ripristinare il salvataggio in mare, porre fine alla detenzione dei rifugiati dei migranti in Libia, aumentare i percorsi sicuri fuori dalla Libia prima che sia troppo tardi”.

I Cinque stelle: “Rilanciare missione Sophia”

L’ennesima strage di migranti nel Mediterraneo al largo della costa libica ripropone l’assoluta urgenza, non più rinviabile, di adottare a livello europeo un nuovo approccio strutturale, come proposto dal governo italiano all’ultimo Consiglio degli affari esteri dell’Ue del 15 luglio: un approccio basato su un grande piano di cooperazione verso i Paesi di origine dei flussi per contrastare le cause socio-economico dell’emigrazione, sul contrasto ai trafficanti anche con il rilancio della missione navale europea Sophia con nuove regole di ingaggio, su corridoi umanitari per sottrarre i richiedenti asilo ai trafficanti e su un meccanismo di distribuzione automatica in tutta Europa”. Lo affermano in una nota congiunta i senatori M5S della Commissione Affari esteri di Palazzo Madama.

Così Salvini blinda i porti

Nei giorni scorsi, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha “blindato”  i porti italiani. Incremento dei controlli per ridurre le partenze (con utilizzo di radar, mezzi aerei e navali), presenza delle navi della Marina e della Guardia di finanza per difendere i porti italiani, contatti con la Tunisia per migliorare e aumentare i rimpatri e per ridurre le partenze, invio di dieci motovedette italiane da consegnare alla Guardia costiera libica entro l’estate, emendamenti al decreto Sicurezza bis per rendere più efficace il contrasto al traffico di esseri umani e per aumentare le pene per scafisti e trafficanti.

(La Redazione)

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