Secondo quanto riportato dall’Agi, non ci fu alcuna regia di troll russi negli attacchi via social, con falsi account Twitter, indirizzati nel maggio dello scorso anno al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’indomani del veto alla nomina di Paolo Savona a ministro dell’Economia. È la convinzione della Procura di Roma, che sulla vicenda aveva aperto un’inchiesta ipotizzando i reati di ‘attentato alla libertà del presidente della Repubblica’ e di ‘offesa all’onore e al prestigio del Capo dello Stato’.
Hacker russi? Una bufala
Il coinvolgimento di troll manovrati da Mosca, peraltro smentito a suo tempo dall’allora direttore del Dis Alessandro Pansa in un rapporto consegnato al Copasir, sarebbe insomma un’invenzione giornalistica perché non suffragata da alcun elemento concreto. Gli accertamenti che il pm Eugenio Albamonte ha affidato alla polizia postale sembrano puntare invece su un’organizzazione italiana perché il primo account ritenuto sospetto avrebbe legami con lo ‘snodo dati’ di Milano. La Procura di Roma ha avviato una rogatoria con le autorità Usa nella speranza che Twitter fornisca l’elenco di tutti i profili e i relativi indirizzi IP, per risalire all’identità di chi li ha creati.
Le fake news del Corriere
Secondo un’inchiesta del Corriere della Sera, il 27 maggio, quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato preso di mira dai social network con l’hashtag #MattarellaDimettiti, eravamo di fronte a un’operazione guidata dall’alto. Non c’era spontaneità in quei migliaia di tweet che chiedevano le dimissioni di Mattarella. Tutto sarebbe stato parte di una regia la cui centrale operativa era a San Pietroburgo.
Secondo l’inchiesta di Federico Fubini, il problema nascerebbe dal fatto che alcune decine di profili, almeno una ventina, appartenevano a italiani che, del tutto ignari, “erano stati usati una o più volte dalla Internet Research Agency (Ira) di San Pietroburgo per far filtrare nel nostro Paese la propria propaganda a favore dei partiti populisti, dei sovranisti e degli anti-europei”.
Peccato che il Corriere abbia preso un granchio clamoroso. Che figuraccia. Povera stampa.
(La redazione)