Universtà di Yale e la propaganda Lgbt

L’Università di Yale supporta e sostiene ancora una volta le folli richieste LGBT. Non ha purtroppo fatto notizia la preoccupante decisione dell’Università di non finanziare coloro che vogliono compiere uno stage presso organizzazioni che non piacciono agli attivisti Lgbt.

L’ateneo ha poi deciso di precisare che la regolamentazione andrà a castigare gli universitari che presteranno servizio alle associazioni che rifiutano l’assunzione di omosessuali e trans. In altre parole, lo studente, prima di svolgere gli incarichi lavorativi, è tenuto a preoccuparsi del grado di tolleranza che le organizzazioni in questione dimostrano nei confronti di gay, lesbiche e trans.

Un esempio lampante di imposizione ideologica, che mira ad escludere ogni confronto dialettico con chi non abbraccia l’ortodossia arcobaleno. Una scelta che non è solo a danno dei più conservatori, ma anche di coloro che desiderano supportare organizzazioni cristiane a difesa della famiglia naturale.

Universtà di Yale e la propaganda Lgbt

Media, Yale e Lgbt

Ora, proviamo per un attimo ad immaginare il polverone che si sarebbe creato se un’università prestigiosa come quella di Yale avesse fatto la scelta opposta. Negando fondi e borse di studio agli studenti che avessero prestato servizio ad associazioni ossequiose verso la propaganda omofila.

I media non avrebbero fatto che parlarne. Così come in Italia si è rumorosamente contestato, su tv e giornali, il Congresso mondiale della famiglia di Verona. Ma la libertà di pensiero, anche dove dovrebbe essere incoraggiata e tutelata da sciocchi ostracismi, ovvero in ambiente accademico, è accettata soltanto allorché il pensiero è ridotto a Pensiero Unico.

Chissà come commenterebbero le associazioni Lgbt le parole di un regista omosessuale noto in tutto il mondo, Franco Zeffirelli. Questi, per sua stessa dichiarazione, ha affermato di aver sempre provato un senso di totale avversione verso i movimenti gay. Ma questa è un’altra storia.

(di Enrico Ildebrando Nadai)

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