Sovranismo: possiamo cambiare verso, non ancora la storia

Sovranismo: possiamo cambiare verso, non ancora la storia

Il sovranismo europeo se la giocherà quasi alla pari con l’europeismo spinto. Ma non facciamoci illusioni, le possibilità di ottenere una maggioranza nell’assemblea continentale sono praticamente nulle.

Popolari, socialisti e liberali saranno ancora la voce maggioritaria, salvo sorprese veramente imprevedibili. In tutto ciò, quasi nessuno menziona il fatto che ciò che andiamo a votare oggi è un organo essenzialmente consultivo, privo di reali poteri in una struttura, l’UE, che di democratico non ha mai avuto nulla, a dispetto dei proclami, delle belle parole e delle balle sui 70 anni di pace.

Ma questo sovranismo qualcosa può fare. Anzitutto culturalmente, ovvero nell’unico modo in cui si possono invertire le tendenze e i modi di pensare della gente. La stessa gente che, senza alcuna colpa sia chiaro, si è lasciata ingannare dalla globalizzazione e dal liberismo estremo. La stessa gente che ha creduto nell’Unione Europea come a una sorta di panacea di ogni male, all’Euro come unica soluzione per salvarci da una svalutazione che però – dati alla mano – ci manteneva infinitamente più ricchi, la gente che ha ritenuto e ritiene tutt’ora la Comunità come l’unica strada possibile per il futuro.

Ora abbiamo l’occasione di iniziare a cristallizzare con numeri importanti il pensiero di tutti coloro che, negli ultimi anni, hanno “pensato altrimenti” per citare Fusaro.

Abbiamo l’occasione di mostrare una presenza ampia in istituzioni che perfino nel dialogo sono abituate da sempre a parlare con una voce unica, quella del globalismo e del liberismo.

Abbiamo l’occasione di espandere una voce fino ad oggi repressa. Non sarà molto, ma potrebbe essere un importante inizio. Ricordiamoci che fino a 5 anni fa, prima del sovranismo, nessuno avrebbe messo in discussione la globalizzazione. Qualche mese fa il presidente degli USA se ne è dichiarato ufficialmente ostile. Qualcosa vuol dire.

In bocca al lupo. Passo dopo passo. Per certe cose, purtroppo, ci vuole tempo.

(di Stelio Fergola)

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