DDL Zan Disabili

“Difesa” dei disabili: ecco come li hanno “usati” per il DDL Zan

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DDL Zan e disabili? In questo articolo spieghiamo perché l’associazione è solo strumentale.

“Ma tu l’hai letto il DDL Zan?” Il nuovo mantra degli Zanisti è ormai questo. Se sei contrario al DDL delle meraviglie, oltreché omofobo, transfobico, misogino, abilista – insomma, tuttofobico – sei anche un ignorante che parla senza sapere. Perchè il DDL Zan protegge tutti!

Tutti: gli omosessuali, gli eterosessuali, i bisessuali, i transgender, le donne ed i disabili. Se c’è una cosa che abbiamo imparato negli anni, è che il vero scopo di una proposta di legge si evince dalla sua originaria formulazione: è lì che il proponente svela il suo vero obiettivo, quello che vuole davvero.

Tutto il resto, le aggiunte, le limature, le modifiche (leggi il link) sono frutto di un compromesso, della ricerca del favore, della necessità di aggregare consenso intorno alla proposta e trovare i numeri.

DDL Zan, come si è giunti a “usare” i disabili

La proposta Zan ed altri è la n. 569, presentata il 2 maggio 2018, che andava ad aggiungersi alla Boldrini-Speranza, n.107 del 23 marzo 2018.

DDL Zan disabili

Quest’ultima parla di omofobia, transfobia, nonché delle “altre discriminazioni riferite all’identità sessuale”. La proposta Zan recita “motivi di orientamento sessuale e identità di genere”. Niente genere, niente disabilità.

Perché delle donne e dei disabili non gli importa un fico secco. Tra il 2018 ed il 2019 si susseguono le proposte 868, 2171 e 2255 (Bartolozzi): ancora omofobia, transfobia, orientamento sessuale, identità di genere e, timidamente, fa la sua comparsa il genere.

DDL Zan disabili

Delle donne non gli importa un fico secco comunque, ma sono pur sempre la metà della popolazione e dargli un contentino non costa nulla e ci fa sembrare più buoni ed inclusivi.

Disabili? Non pervenuti. Perché dei disabili non gli importa un fico secco. I disabili entrano in questo osceno guazzabuglio solo nel 2020, quando qualcuno si accorge che non basta sembrare più buoni ed inclusivi.

Occorre sembrare buonissimi ed inclusivissimi. Chi potrà mai dir di no ad una norma che protegge i disabili?

I disabili usati per creare consenso

E allora – tanto è gratis – via con il contrasto all’abilismo. Sì, quella cosa che pare punisca, tra l’altro, chi usa il termine “disabili” per riferirsi ai “disabili” (Cit.)
Non solo di donne e disabili continua a non fregargli un fico secco – nemmeno nella proposta Boldrini (sic!) si parla di genere – ma donne e disabili diventano ora strumento di propaganda.

Donne ma soprattutto disabili usati per rendere più digeribile, simpatica, accettabile e petalosa la leggina ideologica di Zan & Co. Disabili al servizio di quella che, urbi et orbi, è e rimane la “legge contro l’omotransfobia”. Tutto questo non solo non indigna ma abbaglia orde di progressisti – colti, intellettuali e consapevoli – che coi loro mantra petalosi e le loro manine vellutate si battono per il DDL panacea di tutti i mali.

E pazienza se per raggiungere lo scopo ci si deve fare scudo di coloro che, più di chiunque altro, meriterebbero rispetto e protezione.

Il fine giustifica i mezzi. “Eh, ma protegge anche i disabili!”. “Ma tu l’hai letto il DDL Zan?”

(di Dalila di Dio)

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