Legge Zan disabili

Legge Zan, per imbavagliarci ora usano i disabili

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Per la Legge Zan la sinistra strumentalizza anche i disabili. Ma andiamo con ordine.

“Giorgia Meloni dice che l’aggressore omofobo dei ragazzi a Roma “merita una punizione esemplare”. Qualcuno le ricordi che questo sarebbe possibile con la Legge Zan.” Così twittava Cathy Latorre, in arte AvvoCathy – quella dalle millemila cause a settimana tra una commossa mancia e l’altra al rider di turno – all’indomani dell’aggressione subita da un ragazzo omosessuale, Jean Pierre Moreno, a Roma.

Le vere ragioni

Ha ragione, AvvoCathy. Senza la legge Zan il responsabile dell’aggressione a Jean Pierre Moreno riceverà un encomio solenne ed un premio in denaro, perché in questa nazione di omofobi, repressi e violenti non esistono norme che prevedano una sanzione penale esemplare per una persona che percuota o provochi lesioni ad un’altra.

Serve assolutamente la legge Zan, altrimenti il mostro omofobo di Valle Aurelia la farà franca in forza della scriminante per le aggressioni commesse in danno di omosessuali che, si sa, in quanto tali non sono tutelati dalle leggi della Repubblica Italiana.

O forse no, AvvoCathy.  Forse no. Forse l’ordinamento italiano dispone già di adeguati mezzi per reprimere e punire simili condotte, commesse in danno di chiunque, con la dovuta severità.

Ma questo voi non potete dirlo, perché altrimenti il castello di balle costruito sull’urgenza di arginare l’ondata omofobica (quale?) che ha travolto la nazione non reggerebbe più: allora dovreste ammettere che la legge Zan non serve a proteggere le persone dalla discriminazione ma a consentire ad un’ideologia ben definita di prevalere su ogni altra, decapitando ogni idea divergente con la scure della lotta all’odio e alla discriminazione.

Il metodo, ormai, è chiaro: siamo tutti liberi di pensarla come voi. Ogni idea divergente è odio. È odio sostenere che i bambini abbiano bisogno di un papà e di una mamma, è odio dire che i neonati non sono merce, è odio persino non essere attratti da persone transgender ma desiderare di accoppiarsi con uomini nati uomini e donne nate donne.Superstraight li chiamano, questi nuovi odiatori. Degli autentici criminali.

E non è un caso che a lei, AvvoCathy, abbiano fatto eco i massimi esponenti del progressismo pizza e mandolino. Sulla storia di Jean Pierre si sono avventati tutti, ma proprio tutti: “Picchiato, a Roma, perché baciava il suo compagno. L’ennesimo episodio di #omofobia. Cosa stiamo aspettando? Va subito approvata la #leggeZan. Come dimostrano #Polonia e #Ungheria è in atto in Europa un’onda reazionaria contro i diritti. E noi dobbiamo fermarla!” strillava indignata Laura Boldrini, tra una scudisciata e l’altra all’assistente parlamentare di turno.
“Solidarietà e vicinanza a Jean Pierre per l’intollerabile aggressione di #ValleAurelia. L’impegno del Partito Democratico contro l’#omofobia e a favore del #DDLZan proseguirà con ancora maggiore determinazione. Basta!” tuonava perentorio Enrico #IlSegretario Letta, uno per cui parità significa nominare una persona capogruppo al Senato solo perché dotata di vagina.

Legge Zan e vergognoso sfruttamento dei disabili

“Il Senato deve urgentemente calendarizzare la legge contro #omotransfobia, misoginia e abilismo senza perdere altro tempo. Questo ritardo pesa sulla vita e sull’incolumità delle persone” , gli faceva eco il padre di questo ddl meraviglia, Alessandro Zan sfidando la Lega a “dimostrare di essere moderna”.

Abilismo è la parola passepartout del momento: Wikipedia la definisce discriminazione nei confronti di persone con disabilità e, più in generale, il presupporre che tutte le persone abbiano un corpo abile.

Ancora una volta i campioni dei diritti si servono di una categoria debole per portare avanti le loro battaglie ideologiche: donne, disabili, bambini, poco importa. 
L’importante è vendere la loro venefica mercanzia. 
Ricordate quando tirarono fuori l’ideona della commissione parlamentare contro l’odio? Per farla diventare intoccabile ed inattaccabile ci misero sopra il nome di Liliana Segre. Quale persona sana di mente avrebbe potuto opporsi ad una commissione che portava il nome della senatrice sopravvissuta all’olocausto?

Chiunque si fosse opposto ad una commissione dal nome tanto evocativo non avrebbe potuto che essere un odiatore. Non importa che lo scopo della commissione in questione fosse la censura ed il controllo dell’informazione. Loro hanno il jolly, il nome giusto, quel nome a cui non puoi dire di no altrimenti sei un irredimibile odiatore fasciofascista. Come Giorgia Meloni che a quella commissione disse no e fu tacciata di mancare di rispetto alla Senatrice Segre.
E che dire dei bambini usati come ariete?

L’utero in affitto in Italia è vietato, è un reato ricorrere a questa pratica abominevole ma loro sono più furbi. Loro vanno a farsi fabbricare un figlio all’estero e poi tornano in Italia con un nuovo accessorio da sfoggiare alle cene di amici.
 Nonostante abbiano commesso un reato, non solo rimangono impuniti – la legge sull’utero in affitto reato universale non arriverà mai e, comunque, mai abbastanza presto – ma pretendono pure che il nostro ordinamento si adegui ad una situazione di fatto che loro hanno appositamente generato in violazione di legge: “ormai questi bambini ci sono, bisogna tutelarli.”

La verità, cara Avvocathy, è che siete dei vigliacchi.
Siete solo dei vigliacchi

Ora è il tempo dei disabili. Di cui non gli frega un fico secco ma che usate per edulcorare la portata ideologica della legge Zan. Così potete spacciarla per una legge in difesa dei deboli e distogliere l’attenzione dal vero scopo.

(di Dalila di Dio)

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