Conservatorismo liberalismo

La Legge Zan dimostra che il conservatorismo è incompatibile con il liberalismo

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Legge Zan, conservatorismo e liberalismo. Un’associazione impossibile che, stranamente, trova fortuna a destra. Direttamente dalla discussione in Senato sul DDL Zan, lo spunto viene dalla dichiarazione del senatore di FdI Andrea De Bertoldi, che, criticando il provvedimento, in un passaggio dice: “State approvando una legge contro i valori liberali”. Valori liberali, ma visti da destra. Da un punto di vista storico-cronologico è ineccepibile, logicamente però è impossibile, per lo meno se ci si dichiara conservatori. Vediamo perché.

Il liberalismo è nemico del conservatorismo

Il “liberalismo di destra” è un equivoco da cui uscire una volta per tutte. E lo è nonostante i miopi riferimenti storici. Liberalismo uguale nemico del conservatorismo. Nonostante nell’area praticamente nessuno ponga il problema.

Ma andiamo con ordine. Cominciamo a tracciare la definizione precisa di liberalismo. Dalla Treccani, secondo punto:

Il complesso dei principî, delle concezioni e delle ideologie in cui si esplica un atteggiamento, etico e politico, che ha al centro i problemi della libertà e della sua difesa, e che riconosce all’individuo un valore autonomo, tendendo a limitare l’azione statale, nelle sue varie determinazioni, in base a una costante distinzione di pubblico e privato. Dal l. politico, come ora definito, e che può presentare aspetti diversi (per cui si è parlato di un l. moderato e di un l. democratico o radicale), si distingue il l. economico, più propriam. chiamato liberismo.

In estrema sintesi: estrema libertà possibile dell’individuo e ingerenza esterna (statale ma anche di altro genere) limitata .

Chi si riaggancia al “liberalismo storico” della destra italiana ottocentesca, non capisce che il concetto individualista del liberalismo è da intendersi come assoluto. Perché il liberalismo del XIX secolo, sempre in senso assoluto, era identico al liberalismo odierno, che è la principale arma di cui il progressismo di sinistra si è servita per dominare il mondo e, anche in modo abbastanza rapido, fare terra bruciata di gran parte dei valori dell’Occidente. Da quelli identitari, passando per l’impotenza dei controlli delle frontiere, alle questioni etiche, davvero in ogni aspetto.

Che il signor Camillo Benso Conte di Cavour con il suo “libera Chiesa in libero Stato”, così come molti rappresentanti del Risorgimento italiano vadano guardati con rispetto ancorché liberali non ci piove.

Perché il liberale dell’Ottocento è – ovviamente – ben altra cosa rispetto al liberale del XXI secolo. Ma non lo è grazie ai principi liberali, bensì nonostante i principi liberali. Semplicemente, il contesto era quello di una società, da secoli, radicatamente tradizionale e conservatrice. Per farla semplice, se il signor Carlo Marx venisse teletrasportato nella nostra era, farebbe la figura del conservatore.

E per essere molto pratici: se si vogliono contrastare le dittature LGBT, lo schiavismo legalizzato dei clandestini, le degenerazioni in materia di vita e morte, la soluzione conservatrice non può essere liberale. A meno di non utilizzare strumenti – quelli del “meno Stato” e “meno ingerenza” – che favoriranno sempre il progressismo.

Il conservatorismo è dunque incompatibile con il liberalismo. Non “per scelta”: è semplicemente che i due concetti non possono stare insieme.

Affrontare il progressismo con il liberalismo è ingenuo

Chiarita la questione assoluta, ovvero l’incompatibilità del conservatorismo con il liberalismo, torniamo all’evento contestuale. L’opposizione di FdI al DDL Zan va, in ogni caso, giudicata con favore. Resta comunque il partito politico che più di altri non solo ha preso le distanze, ma ha almeno imbastito qualcosa per contestare lo strapotere del Feudo.

Ma pensare che si possa contrastare l’immigrazione, le degenerazioni etiche, morali, sessuali, con “meno Stato” e in generale “meno intervento sulle azioni individuali” equivale a voler contrastare il progressismo con le stesse armi che i progressisti adorano: il caos individuale.

La libertà individuale è ovviamente sacra, ma se non è integrata in un sistema di limiti, argini e normalizzazioni utili a tutelare la collettività prima dell’individuo, non può che generare finestre di Overton e piani inclinati a iosa, come se non ci fosse un domani.

Comprendo perfettamente il realismo della situazione odierna. Mi rendo conto che viviamo in una società liberale, liberista e globalizzata e che nel breve periodo c’è poco da fare. Ma almeno filosoficamente l’alternativa va ribadita, oggi. Soprattutto, va diffusa negli ambienti giusti.

E non può essere – proprio geneticamente – liberale.

(di Stelio Fergola)

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