Domani

“Domani”: siamo dei maghi, prevediamo la linea editoriale!

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Domani è autonomo. Come te”. Con questa fantastica barzelletta si auto-descrive nella pubblicità televisiva il nuovo quotidiano edito da Carlo De Benedetti, l’imprenditore “tessera numero uno del PD”, l’adoratore di tutte le misure “distruggi classe media” della sinistra, sognatore della ormai leggendaria tassa patrimoniale che è nei cuori di ogni progressista italiano da almeno 30 anni.

“Domani”, uno strano concetto di “autonomia”

Inutile nasconderlo. La partenza di Domani ricorda moltissimo quella di Open. Retorica dei “giovani e rampanti giornalisti” a parte, s’intenda: quella è esclusiva del signor Mentana, il direttorissimo che non invecchia mai e strizza sempre l’occhio ai millenials, ben lieti di dargli i soliti like servili ma, ehi, pienamente consapevoli.

In parole povere, Domani è una variante di Open che a sua volta è una variante di Repubblica e di tutti i giornaloni che – in misura maggiore o minore – ripetono le stesse cose su tutti – e sottolineo tutti – i temi fondamentali.

Talmente autonoma da non avere nulla di autonomo. Ma il progressista italiano è così: si stacca dal vecchio per generare una novità che riprende in tutto e per tutto la situazione precedente. Convinto pure di aver svoltato, come si dice in gergo.

La linea editoriale più prevedibile della storia del giornalismo

Come nel caso di Open, non è neanche necessario aprire una sola volta Domani per capire quale sarà la portentosa e soprattutto coraggiosissima linea editoriale. Si indovina così facilmente che la sensazione di essere dei veggenti è molto forte. Proviamoci, dai. Siete pronti?

Domani è un quotidiano che ufficialmente non approva l’immigrazione clandestina ma è convinto che per eliminare la clandestinità si debba rendere legale ciò che è clandestino: e via di “corridori umanitari” (ultracit.), via di accoglienza indiscriminata (tanto poi basta legalizzarla), via di sostegno alle ONG e alle loro tratte schiavistiche (basta definirle “salvataggi”).

Domani è un quotidiano europeista e contrario ad ogni forma di populismo, di attacco alla democrazia europea che non c’è, o al debito insolvibile anche succhiando il sangue da 30 anni ai propri cittadini.

Domani è, ovviamente, un quotidiano antifascista.

Domani è un giornale antirazzista.

Domani è un periodico a favore della globalizzazione, del movimento indiscriminato dei lavoratori. Senza dirlo, Domani è un giornale favorevole all’abbattimento dei salari, dell’impoverimento delle classi medie e anche di quelle proletarie che si vanterà certamente di voler difendere.

Domani è – ovviamente! – un giornale anti-italiano. Senza dirlo però, come sempre. E’ sufficiente ripetere a macchinetta che è sempre tutta colpa nostra, che gli altri sono più civili, meno imbroglioni, e ovviamente anche meno razzisti.

Ce ne sarebbero altre (aborti come contraccettivi, adozioni lgbt, “donne forno” a nastro ovunque), ma fermiamoci qui. Chiudiamo con una bellissima immagine che ci mostra uno dei primi editoriali del quotidiano di De Benedetti (e diretto da quel marpione decisamente fuori dagli schemi di Stefano Feltri, un uomo che, dobbiamo dirlo, è una garanzia in quanto portavoce di ogni dettame proveniente dai padroni).

Domani

Che dire, una partenza all’insegna del coraggio e dell’anticonformismo. Un deciso invito a pensare liberamente e per nulla nell’ambito dei diktat ideologici ufficialmente contrastanti fenomeni – almeno in Italia – completamente inesistenti.

Ma se guardate nelle nostre previsioni da mago Otelma, uno dei punti è sintetico e chiaro: Domani è un giornale antirazzista.

Ho la sensazione che ci divertiremo. Sono onesto, non so se ai livelli di Open, che resta un avversario veramente difficile da superare.

(di Stelio Fergola)

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