Parte con difficoltà l’esperienza di Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione Europea. Nella nomina dei commissari europei si stanno riscontrando infatti in queste ore numerosi ostacoli.
Le nomine di questi (per l’Italia c’è Paolo Gentiloni agli Affari Europei) devono passare superare lo scoglio della Commissione per gli Affari giuridici del Parlamento europeo. Questa andrà infatti ad analizzare le candidatura alla ricerca di eventuali scandali e conflitti d’interesse.
Commissari europei: i nomi bocciati
Già due i casi venuti fuori in seno all’Europarlamento: quello delle rumena Rovana Plumb e dell’ungherese Laszlo Trocsanyi, entrambi bocciati già dalla commissione di garanzia.
E proprio il primo ministro ungherese, Viktor Orban, sembra, a dispetto delle aspetative, aver accettato di buon grado l’esclusione, dicendosi pronto a presentare una lista alternativa di nomi. Una mossa, quella del premier magiaro, che mette in non poca difficoltà la Commissione europea. Le stroncature delle due candidature hanno scoperchiato infatti un vaso di Pandora che mette a rischio molti dei nomi della Von der Leyen.
Altri candidati commissari europei a rischio
A questo punto i nomi a rischio sono tanti e causano un bel problema alla presidenza della Commissione.
Il liberale belga Didier Reynders, per esempio, è stato indagato per corruzione, il polacco Janusz Wojciechoswski è sotto il mirino dell’antifrode europea per rimborsi irregolari e la francese Sylvie Goulard si è dimessa dal ministero della Difesa francese a causa di un’inchiesta sull’utilizzo illecito di fondi europei.
Per non parlare poi dei casi di conflitti di interesse, come quello di Elisa Ferreira, il cui marito gestisce fondi UE in Portogallo o dello spagnolo Josep Borrell, nel cda di una società energetica spagnola.
Von der Leyen: strada in salita
Grattacapi dunque che possono creare più di qualche pensiero a Ursula von der Leyen, che inizia la sua esperienza alla guida della Commissione Europea non nel migliore dei modi, dovendosi trovare a gestire già una prima “crisi” che rischia di amputarle la squadra di governo.
(La Redazione)