Soros con Greta: 25 milioni al Global Climate Strike

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George Soros è con Greta Thunberg. Almeno 22 dei gruppi di attivisti di sinistra partner nel Global Climate Strike hanno ricevuto $ 24.854.592 in finanziamenti dal miliardario liberista George Soros tra il 2000-2017 attraverso la sua Open Society Network, Joseph Vazquez ha riferito giovedì per il Media Research Center. A darne notizia è Breitbart. Sebbene apparentemente innescato dalle proteste della sedicenne Greta Thunberg, il Global Climate Strike porta fin dall’inizio le impronte indelebili di attivisti e finanzieri come liberal George Soros.

Soros è con Greta: ecco chi ha finanziato

Tra le organizzazioni che hanno ricevuto finanziamenti da Soros ci sono il Fund for Global Human Rights, Global Greengrants Fund, 350.org, Amnesty International, Avaaz, Color of Change, and People’s Action. Ognuno di questi gruppi ha programmi e obiettivi legati al clima che vanno dalla riduzione delle emissioni globali all’eliminazione di nuovi progetti di combustibili fossili e ad un “movimento verde per i diritti civili”. Altri importanti donatori includono il candidato alla presidenza democratica Tom Steyer NextGen America e il Sierra Club, che secondo quanto riferito ha ricevuto milioni dall’ex sindaco Michael Bloomberg.

Il gruppo 350.org, fondato da Bill McKibben nel 2008, ha combattuto contro il carbone in India e ha cercato di fermare il gasdotto Keystone XL negli Stati Uniti.

La lettera dei 500 scienziati contro Greta

Come riporta IlGiornale.it, nell’indifferenza generale 500 scienziati di tutto il mondo indirizzano al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, una lettera contro l’allarmismo climatico. Lanciata da Guus Berkhout, geofisico e professore emerito presso l’Università dell’Aja, l’iniziativa è il risultato di una collaborazione tra scienziati e associazioni di 13 Paesi. Pubblicato in un momento in cui l’agenda internazionale pone il clima in cima alla lista delle preoccupazioni, questa “Dichiarazione europea sul clima” ha lo scopo di far sapere che non c’è urgenza né crisi irrimediabile.

Ecco. Questo è il succo di una controrivoluzione che pone al centro la scienza e non l’ideologia sinistroide che, ahinoi, sfrutta la ragazzina dalle trecce d’oro. La notizia in Italia passa un po’ in sordina e anche i media mainstream sembrano prenderla sotto gamba. Eppure, fortuna per noi esseri umani, sul giornale online Altantico Quotidiano, Federico Punzi ne parla con grande autorevolezza. Riporta la traduzione integrale della lettera che farebbe sobbalzare anche il più puro degli ambientalisti.

Ecco chi muove i fili di Greta

Cominciamo col spiegare chi è lei: Greta Thunberg, classe 2003, dal 20 agosto 2018 inizia la sua protesta di fronte il Parlamento di Stoccolma. Il suo slogan, scritto sul cartello che è solita tenere in mano, è: Skolstrejk för klimatet (Sciopero della scuola per il clima). A completare il quadro c’è inoltre la Sindrome di Asperger, malattia di cui Greta Thunberg è vittima, molto simile all’autismo ma con effetti e complicazioni meno gravi.

Ebbene, com’è possibile che una ragazzina come molte altre, che porta avanti una battaglia perlopiù legittima, sia diventata in poco tempo un fenomeno globale?

Basiamoci sui fatti, cominciamo col dire che Greta è figlia della celebre cantante Malena Ernman – che nel 2009 partecipò anche all’Eurovision. Sui social vanta una pagina facebook intorno ai 200.000 like. A distanza di soli quattro giorni dalla prima protesta (24 agosto 2018) pubblica un libro dal titolo Scenes from the Heart. Casualità fin troppo emblematica.

Non è finita, la strategia di marketing sarebbe fin troppo banale se fosse finalizzata alla promozione di un semplice libro da parte della madre. Capita quindi che alla giovane Greta Thunberg e alla celebre madre si affianchi anche un terzo personaggio: Ingmar Rentzhog, esperto di marketing e pubblicità.

(La Redazione)

 

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