Pd-Cinque Stelle

Pd-Cinque Stelle e la vittoria delle élite

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Le cronache di queste ore parlano di un accordo vicinissimo fra il Pd e il Movimento Cinque Stelle con l’incontro, svoltosi oggi, tra le delegazioni dei due partiti. Da una parte il premier Giuseppe Conte e il vicepremier e leader 5 Stelle Luigi Di Maio, dall’altra il segretario dem Nicola Zingaretti e il suo vice Andrea Orlando. Sul tavolo, la trattativa per la formazione del nuovo governo del ribaltone.

Se tale accordo dovesse – come sembra – concretizzarsi, si tratterebbe di una vittoria delle stesse élite che avevano osteggiato l’esperimento – per molti versi contraddittori del controverso – del governo “giallo-verde”. Dalla ribellione di un governo senza dubbio anomalo e non privo di criticità a un esecutivo che perderebbe di vista ogni approccio realistico nei confronti dei partner europei per suonare la fanfara europeista – il tutto mentre Emmanuel Macron tenta di approfittare della crisi della Germania per diventare protagonista.

Pd-Cinque Stelle, accordo vicino

Il presidente francese, anche se gli euro-ottimisti non lo ammetteranno mai, rappresenta un Paese che ha interessi geopolitici molto diversi dai nostri, a cominciare dalla Libia, e con il nuovo governo filo-europeista formato da Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico avrebbe la strada ulteriormente spianata più di quanto non l’avesse fino ad ora. I Cinque Stelle, dopo aver incarnato per diversi mesi le sembianze di un partito “anti-establishment”, andrebbero a formare un governo con i rappresentanti di quella politica che fino ad oggi avevano osteggiato in tutti i modi: un paradosso per chi prometteva di aprire metaforicamente il Parlamento come una scatoletta di tonno.

Cinque Stelle: così si piegano alle élite

Ma la mancanza di cultura e storia politica saranno fatali per un Movimento che sembra mutare le proprie sembianze a seconda delle circostanze e l’accordo con il Pd è più che un azzardo: se dovesse fallire anche questo tentativo di governo “giallo-rosso”, la disfatta sarebbe pressoché totale. Perché se a Matteo Salvini possiamo imputare tutte le colpe che vogliamo nell’aver fatto cadere la coalizione “giallo-verde”, nulla ha obbligato i Cinque Stelle a resuscitare i democratici con in testa Matteo Renzi, vero protagonista di queste ore.

Pur legittimo sotto il profilo giuridico-costituzionale, il governo “giallo-rosso” è la vittoria delle élite, un esecutivo minoritario nel Paese e ostile agli umori della maggioranza della popolazione, che vorrebbe ben altro, piegato sulle volontà del direttorio franco-tedesco e di Bruxelles. Poiché piace alle élite, l’Europa si dimostrerà da subito più clemente sui conti pubblici e magari sull’immigrazione: ma sarà come prendere un’aspirina mentre il corpo è assediato dal cancro.

(di Roberto Vivaldelli)

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