Sul caso della Sea Watch interviene con un video messaggio il Professor Gianfranco La Grassa, studioso di marxismo e di strutture della società capitalistica, nonché autore di innumerevoli saggi e di decine di libri, tra cui Crisi economiche e mutamenti (geo)politici (Mimesis, 2019). «La Sea Watch è solo un sintomo – spiega La Grassa nel video che vi proponiamo – il discorso va ampliato e allargato e mostra la degenerazione che è in atto da tempo. Non so come si possa approvare la decisione di questa ‘capitana’ di buona famiglia, una radical chic, tipica appartenente a quelli che in Italia sono i centri sociali, tutti fatti da figli di papà. Il risultato del fatto che il ’68 non fu una rivoluzione ma una rivolta contro i padri, che si sono dimostrati peggiori di questi ultimi e che hanno preso possesso dei vari organismi del Paese, compresa la magistratura e l’informazione. Dopo 50 anni è chiara la degenerazione del ’68».
La Sea Watch, spiega Gianfranco La Grassa, «è una nave pirata che doveva essere affondata e l’equipaggio preso e incarcerato. Credo proprio che la nave Sea Watch tornerà in circolazione ma dovrebbe essere affondata. Ricordo che 7 ONG su 9 si sono formate dal 2014, quando c’è stato il massimo del flusso migratorio, e questo dimostra che razza di gente fa parte di queste ONG. Si chiamano criminali gli scafisti e questi non sono molto da meno».
Il problema, sottolinea La Grassa, «non è solo che ci sono un mucchio di banditi e delinquenti che guadagnano dall’immigrazione. Questa migrazione è il fallimento dell’operazione degli Stati Uniti del Premio Nobel per la Pace Barack Obama che hanno distrutto la Libia che era un Paese tutto sommato stabile. La migrazione è solo uno degli elementi di certe forze che sono in caduta. Il multipolarismo sta creando dissidi all’interno delle grandi potenze. Sta cominciando a riprodursi, inoltre, una certa frattura sociale nei ceti medi».
(La Redazione)