Fuori dalla recessione, disoccupati giù: buon 1 maggio, rosiconi

Fuori dalla recessione, disoccupati giù: buon 1 maggio, rosiconi

Il PIL risale e ci porta fuori dalla recessione, i disoccupati calano. Sono belle novelle che ci porta il 1 maggio 2019. Ovviamente, significano ancora poco. Ma se c’è un bel modo di festeggiare i lavoratori italiani con un po’ di speranza in più, sicuramente è questo.

Lo 0,4 di disoccupati in meno rispetto allo stesso mese del 2018 è sicuramente la novità più gradita, soprattutto contanto che non si parla di lavori a termine ma di impieghi stabili, di contratti a tempo indeterminato. Non sarà esattamente uguale, ma ci fa ricordare un po’ il “posto fisso” per cui tanto ci hanno insegnato a sentirci in colpa negli ultimi 30 anni, per intenderci.

E’ la statistica perfetta per la ricorrenza di oggi. Con l’augurio che si vada avanti, per tutti gli italiani e per tutti noi.

Il prodotto interno lordo cresce dello 0,2, anche se meno della media della Eurozona (+0,4). Il periodo sembra difficile per tutti, ma contando che fino alla fine dell’anno scorso gli anatemi dei professorini ci davano per spacciati per le folli politiche economiche del governo c’è da essere almeno un pochino più ottimisti.

Avevamo già parlato il mese scorso dell’eccezionale trimestre della produzione industriale italiana, che ha avuto da gennaio a marzo un balzo inatteso.

Se andiamo un pochino più indietro, a febbraio, avevamo registrato già la crescita delle assunzioni a tempo indeterminato successive al consolidamento del Decreto Dignità.

Ora, io non sono mai stato un sostenitore della politica economica di questo governo e non mi vergogno di ammetterlo. Avevo criticato il Decreto, non tanto per i principi, quanto per la difficoltà di applicarli in un regime fiscale così oppressivo come quello dell’UE e per lo squallore del sistema ultraliberista in cui si trovava ad operare, che di fatto mette nei guai anche molti imprenditori onesti, ma scoraggiati alle assunzioni.

In generale tutta la visione del governo sulle questioni economiche mi sembrava debole e incoerente. Ma io non sono un economista. E soprattutto non sono un rosicone. Spero sempre il meglio per il mio Paese, laddove molti in questi mesi hanno sinceramente votato e sperato (senza nasconderlo neanche troppo) per il fallimento, per la recessione e per il prolungamento della crisi.

Non siamo minimamente fuori dal tunnel e solo un cretino potrebbe pensare il contrario. Ma se i dati da qualche mese sono positivi c’è solo da godere. Per l’Italia, per i lavoratori e per i gufi che – non smetterò mai di ricordare quanto avesse ragione Renzi – purtroppo in questo Paese abbondano.

Buon Primo Maggio a tutti.

(di Stelio Fergola)

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