Nave fantasma, la storia della Mary Celeste che ispirò Arthur Conan Doyle

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La nave fantasma non è solo una leggenda e ci sono avvistamenti inconsueti anche ai nostri giorni. La più famosa e affascinante storia delle navi fantasma è quella del brigatino Mary Celeste. Partito carico di merci sotto la guida del capitano Benjamin Spooner Briggs, è poi riapparso senza equipaggio, ma con tutto il carico. Il suo caso è tutt’ora irrisolto. Da questa notizia, che occupò le prime pagine dei giornali di fine ‘800 lo scrittore Arthur Conan Doyle creò quella che poi divenne la leggenda dei vascelli fantasma.

L’avvistamento della Mary Celeste

Siamo nell’epoca della vela commerciale condotta con brigantini, capitani coraggiosi e numerosi uomini di mare sopra e sotto ogni singola coperta. È un epoca in cui la pirateria, seppure alla sua fine, è ancora presente. Come presente lo è tutt’oggi in alcune parti del mondo. È il 5 dicembre del 1872 in pieno oceano Atlantico a circa 400 miglia dalle isole Azzorre. In quello spazio di mare si trova la “Dei Gratia”, un altro brigantino mercantile diretto verso Gibilterra. Il capitano David Morehouse ricevette un messaggio insolito dalla sua vedetta. A prua, in leggera lontananza avanzava in modo anomalo un brigantino la cui vela maestra era ammainata e quella di gabbia stracciata dal vento. La Mary Celeste continuava a straorzare segno che al timone non vi fosse nessuno.

Circostanza volle che Morehouse riconobbe quel brigantino come quello del suo buon amico, il capitano Benjamin Spooner Briggs. I due avevano cenato insieme a New York poco prima delle rispettive partenze verso il mediterraneo. Morehouse diede l’ordine di far salpare due scialuppe per verificare cosa fosse successo a bordo della “nave fantasma” Mary Celeste.

Nave Fantasma
Un brigantino nella nebbia solitario come una nave fantasma

A bordo della nave fantasma

Il primo ufficiale Oliver Deaveau raggiunse la Mary Celeste a 38°20’ N 17°15’ W, circa 600 miglia al largo del Portogallo. L’abbordaggio non fu facile anche perché nonostante i tentativi di contatto dal brigantino non arrivarono risposte né aiuti. Con sforzi immani Deaveau riuscì a salire sul veliero alla deriva e quello che trovò innanzi ai suoi occhi lo sorprese completamente.

Nessuno. A bordo non trovarono nessun marinaio, né vivo né morto. Si trovarono una nave fantasma senza equipaggio, senza capitano ma con tutto il carico al proprio posto. Il diario di bordo era al suo posto. Riportava come ultimo dato quello di aver sorpassato una brutta tempesta. Tutti gli effetti dei marinai, risparmi compresi erano al loro posto. Nulla era stato toccato. La stiva si trovava con un po’ di acqua imbarcata e un orologio di bordo era rotto. Nessun’altra anomalia. Perfino le scorte di viveri e di acqua erano più che disponibili e intatte.

L’inizio della leggenda della nave fantasma Mary Celeste

Ad un analisi più attenta si scoprì che all’appello sulla nave fantasma mancavano una piccola scialuppa, il sestante e i documenti relativi al carico. Morehause decise di trainare il brigantino fino a Gibilterra e fece aprire dalla procura un’inchiesta per capire cosa fosse successo. Una prima ipotesi mise sotto accusa i due capitani i quali si sarebbero messi d’accordo per frodare l’assicurazione e spartirsi il ricavato della vendita della Mary Celeste. Briggs avrebbe ucciso tutti i suoi marinai per poi nascondersi nella stiva del Dei Gratia.

Le accuse caddero quando si scoprì che parte della nave era in quota allo stesso Briggs e questo avrebbe voluto dire frodare se stesso a solo vantaggio di Morehouse. Senza contare che a bordo della nave fantasma Mary Celeste vi erano anche la moglie e la figlia di Briggs.

Nave fantasma, la storia della Mary Celeste che ispirò Arthur Conan Doyle
Il Capitano Briggs

La leggenda della nave fantasma

L’accusa cadde e le indagini  finirono per arenarsi in un nulla di fatto. La storia non sarebbe mai giunta ai giorni nostri se non fosse per l’intuito e l’interesse di uno scrittore particolarmente amente dei misteri. Arthur Conan Doyle, qualche anno dopo la vicenda pubblicò un racconto ispirato direttamente ai fatti della Mary Celeste. Fu l’inizio, nella letteratura, della leggenda delle navi fantasma.

Le ipotesi sul destino della Mary Celste

Nel corso degli anni si susseguirono numerose ipotesi. Nel 1913 apparve un diario  da Abel Fosdyk il quale dichiarò di essere amico del capitano Briggs e di essersi imbarcato segretamente sul brigantino Mary Celeste. Secondo l’autore, Briggs avrebbe scommesso di saper nuotare anche vestito. Avrebbe preparato un pontile sospeso esterno al brigantino sul quale tutto l’equipaggio, moglie e figlia sarebbero saliti per vedere l’impresa. Il pontile si sfondò per il troppo peso e tutti caddero in acqua. Sopraggiunsero un branco di squali che divorarono tutti, capitano compreso. Fosdyk, invece, nuotò in direzione delle coste africane raggiungendole alcuni giorni dopo e riuscendosi a mettersi in salvo. Si scoprì però che Fosdyk non fu mai esistito.

Altre ipotesi propendono per un attacco pirata. Attacco che non spiega la presenza di tutto il carico e degli effetti di valore, stipendio compreso, dei marinai. Si pensò anche a un fungo che si sviluppa nel pane, ergot, e che provoca il fuoco di Sant’Antonio oltre che numerose e forti allucinazioni. Lo stesso pane, però, venne mangiato dall’equipaggio del Dei Gratia senza che nessuno si ammalasse.

Nave fantasma
i barili di alcool industriale

Una possibile spiegazione al mistero riguarda proprio il carico della nave fantasma. La Mary Celeste portava 1701 barili di alcool industriale. Neve di questi, in legno di quercia rossa, gli unici fatti in questo materiale, furono trovati completamente vuoti. Si scoprì che il legno di quercia, essendo poroso non trattiene i vapori. Altra scoperta avvenuta nel ‘900 riguarda le modalità di esplosione dell’alcool industriale attraverso i vapori. A poco a poco il quadro del caso sembra andare verso la risoluzione. Sul brigantino non furono trovati segni di bruciature o di esplosioni, ad eccezione per l’orologio rotto. Nel 2005 alcuni studiosi dell’Università di Londra riprodussero in scala le condizioni della nave fantasma Mary Celeste e hanno innescato l’esplosione nella stiva. L’etanolo, i cui vapori sono facilmente infiammabili, brucia a temperature basse. La sua esplosione è violenta, ma si consuma in fretta e non lascia segni di bruciature sul legno.

Come la Mary Celeste divenne nave fantasma

Probabilmente, l’ipotesi più plausibile è quella di un’esplosione dovuta alla fuoriuscita dell’alcool dai 9 barili in quercia rossa. Esplosione violenta ma velocemente esaurita. Briggs, per garantire la massima sicurezza di tutti diede l’ordine di abbandonare la nave salendo sulla scialuppa più piccola. La stessa venne probabilmente legata al brigantino per non perdere il contatto con la nave principale. Una corda venne trovata legata all’esterno del brigantino. L’operazione consisteva nell’attendere che non vi fossero altre esplosioni violente. Probabilmente in quel frangente di attesa il mare si ingrossò nuovamente spezzando la fune e lasciando l’intero equipaggio in balia del mare aperto. Un tragico destino rimasto impresso in tutti coloro che amano il mare.

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