Si era presentato come “Avvocato del popolo” alla guida di un governo euroscettico e sovranista: dopodiché, il trasformista Giuseppe “Giuseppi” Conte, con la fine dell’alleanza giallo-verde e la formazione del governo giallo-rosso, ha cambiato pelle, assumendo i toni del democristiano di quarta fascia. Parla e si presenta bene, Giuseppe Conte, da buon avvocato. Re incontrastato della comunicazione durante la pandemia, molti italiani si sono fatti ammaliare dal suo aplomb e dalla comunicazione compulsiva di Rocco Casalino.
Ma dietro il professore di Volturara Appula, in queste alle prese con una crisi di governo dove, pur di restare a galla, la maggioranza parrebbe aver messo in campo persino i servizi segreti al fine di reclutare senatori, c’è il potere dello stato profondo romano. Pensateci: come può un avvocato sconosciuto ai più diventare Presidente del Consiglio dal nulla? Non è solo la debolezza del nostro sistema politico.
Chi c’è davvero dietro Giuseppe Conte? Lo spiega con dovizia di particolari un bravo giornalista come Fabio Martini su La Stampa:
«Sino all’estate del 2018, sino a quando ha frequentato Roma ad intermittenza, le finestre dell’avvocato Conte sulla città eterna erano due e senza un gran “vista” sul potere vero. Anzitutto lo studio legale guidato da Guido Alpa, il giurista che è stato il suo mentore, ricco di relazioni e di clienti significativi e che negli ultimi mesi, come capitato in passato ad altri Studi, ha allargato il proprio giro anche per luce riflessa. L’altra finestra su Roma del “giovane” Conte, sia pure di una stagione lontana, era Villa Nazareth, il collegio universitario nel quale il futuro presidente del Consiglio ha conosciuto a suo tempo Pietro Parolin, oggi Segretario di Stato del Vaticano. Ma in questa fase Parolin vive un rapporto difficile col papa e in ogni caso, nell’era di Francesco, tutti i leader politici italiani hanno capito che godere canali speciali con alcuni cardinali non è più un valore aggiunto come nel passato. E anche se Francesco non si scopre, Oltretevere assicurano che tutto quello che porta stabilità nella politica italiana, è benvisto. E quanto ai rapporti con le parti sociali, tra Conte e Maurizio Landini si è creata una buona “chimica”, anche se un partito di Conte promette di avere un rapporto speciale con la Cisl. Con la Confindustria del nuovo presidente Carlo Bonomi il rapporto non è mai stato idilliaco ma in questi ultimi giorni il messaggio arrivato a palazzo Chigi è stato inequivocabile: «La crisi deve essere risolta il prima possibile».
La caccia ai costruttori e la ricostruzione che fa infuriare Conte
La caccia dei Costruttori da parte del premier Giuseppe Conte? A colpi di telefonate da parte di «noti legali vicini al premier, da presidenti di ordini forensi a nome dello Studio Alpa, da generali della Guardia di Finanza, da amici del capo dei servizi segreti Vecchione, da arcivescovi e monsignori vicini al cardinal Bassetti e alti prelati vicini alla Comunità di Sant’Egidio». La ricostruzione del direttore della Stampa Massimo Giannini ha fatto infuriare Palazzo Chigi che ha replicato con durezza.
Ma come confermano altre ricostruzioni giornalistiche, a supportare il governo Conte si sono mossi i cardinali. Perché “Giuseppi”, l’uomo dai mille volti e per tutte le stagioni, è un uomo dello stato profondo. Il cui potere è molto più radicato di quanto si creda.
(di Roberto Vivaldelli)