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ItalExit da supportare: siamo stanchi dei puristi

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Italexit? Da supportare, punto e basta. Lega e Fratelli d’Italia? Da supportare, seppur con occhio critico e con tanto attivismo culturale verso i loro elettorati. Chi vede contraddizioni in queste affermazioni vada pure altrove, ci permettiamo di dirgli che, a nostro giudizio, non ha compreso nulla di quanto accade in politica, dei rapporti di forza, e dei problemi che affliggono questo Paese.

Perché siamo stanchi dei puristi

Siamo stanchi dei puristi, di chi si attacca alle banderuole e non ragiona mai con realismo e pragmatismo. Di chi tralascia che l’obbiettivo principale è solo uno, in questo momento storico: l’ItalExit, un concetto prima ancora che un partito. Che si raggiunga con l’aiuto di Paragone, di Bagnai, di Borghi, della Lega, di Fratelli d’Italia o di chi cavolo vi pare. Se non fosse abbastanza chiaro: non ce ne frega niente.

A noi interessa solo il risultato, da raggiungere nel più breve tempo possibile, che siano decenni, secoli ma – noi ci speriamo fortemente – pochi anni. Siamo pragmatici e concreti. Una delle due firme di questo editoriale (Stelio Fergola) non ha mai creduto nei cosiddetti partitini. Anzi, li ha sempre avversati, sempre considerati inutili in quanto limitati come consenso, e in quanto tali complicati da inserire in un processo virtuoso. Oggi, supporta ItalExit di Paragone, che comincia effettivamente come partitino.

Ha cambiato opinione? No (anche se non ci sarebbe niente di male). Abbiamo semplicemente, tutti, visto i primi riscontri di interesse che ItalExit potrebbe suscitare. E si parla di cifre importanti, dal 5 al 7% nella migliore delle ipotesi. Si riuscisse veramente a raggiungere una simile quota all’esordio, non si parlerebbe più di un partitino dal cosiddetto “zerovirgola”, ma qualcosa di molto più interessante, in grado di pungolare anche i grandi partiti del centrodestra italiano, spesso timorosi e ingabbiati in una sottomissione culturale rispetto al Feudo del PD e al suo dominio assoluto di media e società.

Non solo, si parla anche di partiti che, con i nuovi “accordi” europei, rischiano di trovarsi in una posizione di totale impotenza economico-sociale per i prossimi 40 anni.

I puristi queste dinamiche non le capiscono, o non le vogliono capire.

E’ chiaro che qualcosa va scosso. Dall’interno, come sempre abbiamo sostenuto, ma anche con un miracolo, se avverrà. Dunque forza Paragone, forza ItalExit, ma anche forza Lega e forza Fratelli d’Italia, che vanno aiutati a uscire dalla sottomissione e dall’impotenza e non ostacolati. E magari incoraggiati con il pungolo di un partito di scopo che prenda almeno dal 5% dei voti in su.

Un settarismo anti-storico contro ItalExit

Tra le formazioni politiche troveranno spazio su questo giornale ricordiamo anche gli amici di Vox Italia, Il Fronte Sovranista Italiano e chiunque abbia voglia di mettere in discussione l’architettura dell’Unione europea. Per quanto ci riguarda, un’ItalExit rimane la priorità assoluta dal nostro punto di vista non è certo il momento per fare gli schizzinosi e della provenienza storico-ideologico non ce ne frega assolutamente nulla. Non possiamo però non notare il solito settarismo snob che ha accolto la presentazione di ItalExit.

Nemmeno il tempo di leggere il manifesto di ItalExit che i soliti boriosi intellettuali da Facebook lo hanno già stroncato sul nascere. Chissà cosa fanno lorsignori per mettere in crisi un sistema che ci sta soffocando a parte criticare ogni possibile iniziativa. Sempre e rigorosamente sui social media: sia mai che si sporchino le mani. Quindi in 24 ore, senza che Paragone o i rappresentanti del suo neo-partito si siano espressi in merito, l’ex cinque stelle è diventato già un fervido atlantista, amico di Pompeo, anti-cinese, liberista, non abbastanza anti-imperialista per i palati raffinati dell’intellighenzia che si erge a giudice implacabile. Il bello è che dinanzi a queste osservazioni non si comprende quale sia l’alternativa. Forse perché non lo sanno nemmeno loro.

(di Stelio Fergola e Roberto Vivaldelli)

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