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In Grecia l’austerità uccide in silenzio: sospesa la chemioterapia

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In Grecia l’austerità ha mietuto altre vittime. Infatti, sono stati sospesi tutti i trattamenti di chemioterapia per i malati di cancro: le loro cure sono state rinviate a tempo indeterminato, a causa di mancanza di fondi. I pazienti sono stati informati per via telefonica di questa decisione il giorno giovedì 19 settembre. Addirittura, gli impiegati ospedalieri hanno appreso la notizia dai loro stessi pazienti oncologici, piuttosto che dai loro superiori: così ha riferito il medico Mihalis Rizos, presidente presso l’ospedale Attiko ICU ad Atene, a documentonews.gr.

 

L’austerità in Grecia fa sospendere la chemioterapia

In questi anni, le notizie negative provenienti dal Paese ellenico si sono susseguite senza sosta, e sono state sconvolgenti. Quella appena venuta alla luce è soltanto l’ultima di una lunga lista: in Grecia, a causa dei ripetuti tagli alla sanità pubblica, sono state sospese le cure di chemioterapia presso l’ospedale Attiko ICU della capitale. Infatti, questo stesso manca di soldi, di fondi per acquistare i medicinali e così permettere le cure ai pazienti.

«A partire da giovedì [19 settembre 2019, N.d.R.] e senza alcun tipo di preavviso, i pazienti sono stati informati che il loro trattamento [chemioterapico] sarebbe stato interrotto. Abbiamo chiesto delle spiegazioni all’Amministrazione… La quale, in via semi-ufficiale, ci ha riferito che c’è un problema con le scorte della farmacia. L’abbiamo appreso dai pazienti, che sono venuti a lamentarsi con noi», ha detto Rizos, in alcune breve dichiarazioni che, tra gli altri, sono state riprese dal portale “Keep Talking Greece“.

La situazione è molto grave, persino più di quella del 2012: non ci sono altre cliniche che avrebbero la disponibilità e la possibilità di continuare ad effettuare i trattamenti. Per di più, i pazienti non hanno avuto risposte alle loro domande, se non un laconico ed evasivo “Verrete informati“. La tragica mancanza di fondi, la preoccupante carenza di medicinali, la scarsità numerica del personale hanno una scaturigine ben precisa: l’austerità.

 

La Grecia, del resto, è “il più grande successo dell’euro”

Sin a partire dal 2011, al picco della crisi finanziaria globale partita tre anni prima con quella dei mutui sub-prime e di Lehman Brothers negli Stati Uniti, la Grecia è stata sottoposta a terrificanti pacchetti di austerità. La Commissione Europea, la BCE e l’FMI hanno fattivamente collaborato affinché i provvedimenti della troika, volti a diminuire il debito pubblico greco, agissero in terra ellenica del tutto indisturbati. Riuscendoci: anche col ricatto, come quello di chiudere i rubinetti al governo Tsipras, che si piegò ai loro diktat, andando a contrastare la volontà popolare per cui era stato eletto. I risultati sono stati emblematici, cristallini… Ed agghiaccianti:

  • la disoccupazione totale ha toccato il 20% della popolazione;
  • le strutture strategiche (come porti ed aeroporti) sono state svendute al miglior offerente (soprattutto Germania e Francia, le cui banche avevano speculato sulla Grecia, da una parte; e Cina, dall’altra);
  • l’emigrazione ha portato via oltre mezzo milione di greci dal loro Paese, soprattutto giovani;
  • la mortalità è aumentata esponenzialmente, specialmente quella infantile (si ricordino i 700 bambini greci morti perché privi di cure, che Fubini nascose all’opinione pubblica e per cui c’è stata recentemente una manifestazione di solidarietà e fratellanza davanti all’ambasciata ellenica a Roma);
  • il PIL si è contratto di quasi la metà;
  • infine, come se non bastasse, il debito pubblico è aumentato di oltre 60 punti percentuali, dovendo la Grecia ripagare salati interessi.

E tanto ancora si potrebbe dire: tanto ancora potrebbe colpire al cuore. La Grecia ha eseguito l’austerità alla perfezione, costretta a svendersi per avere i famigerati conti in ordine. Uno Stato al collasso, privato della sovranità e per ciò stesso della possibilità di garantire ai propri cittadini una vita degna di essere vissuta. Del resto, come ebbe a dire Mario Monti: «La Grecia è il più grande successo dell’euro».

 

Austerità in Grecia: le responsabilità europee

La sospensione indeterminata della chemioterapia per i pazienti ellenici malati di cancro è, perciò, l’ultimo brillante risultato delle ricette europee di austerità. Ricette di cui, peraltro, i massimi vertici continentali non si sono mai fatti carico. Come ha denunciato su Micromega Luciano Gallino ancora nel 2014, parlando proprio della Grecia:

«L’intera questione si può quindi riassumere in questo modo: le politiche di austerità, gli aggiustamenti strutturali, le privatizzazioni imposte agli Stati membri dai vertici UE, ovvero dalla cosiddetta Troika (BCE, FMI e Commissione) stanno infliggendo privazioni insostenibili a milioni di cittadini. […] In altre parole, non soltanto i vertici UE hanno dato prova, con le politiche economiche e sociali che hanno imposto, di una scandalosa indifferenza per le persone che vi erano soggette: dette politiche si sono pure dimostrate clamorosamente sbagliate».

I tagli alla sanità pubblica della Grecia hanno portato questo fondamentale ed imprescindibile settore al collasso. Ad esempio, la percentuale di cittadini più esposti a malattie ed incapaci di curarsi è schizzata in alto, e sono nate farmacie popolari per sostenere i più poveri e bisognosi. Secondo un rapporto del Consiglio d’Europa, tra picchi di HIV e disturbi mentali, l’austerità in Grecia ha violato i più elementari diritti umani.

 

Di austerità, in Grecia, si muore da tempo

Agli ospedali mancano i fondi, e così mancano tanto il personale qualificato da pagare quanto i medicinali da comprare: ed i pazienti muoiono, o perdono la speranza. Lo Stato greco non ha soldi, perché li deve chiedere in prestito alla BCE e ad investitori internazionali per restituirli con interessi: il che significa risucchiare continuamente sangue dal corpo economico del Paese. Fare avanzo primario, tagliare, privatizzare, e così lasciare i cittadini in preda ad una lenta e dolorosa agonia.

Eppure, i soldi si creano dal nulla, e sono privi di valore intrinseco. Eppure, basterebbe la scelta politica di emetterli per risolvere ogni problema di natura finanziaria: in quanto, oggi la moneta non necessita di riserve materiali, ma di accettazione statale. Nulla di più.

Che in Grecia questa potente arma dell’austerità, nella forma dell’euro, sia stata usata in maniera efferata, è acclarato. Che lo si stia continuando a fare, peraltro prendendosi gioco delle tragedie elleniche col chiamarlo un “Paese virtuoso” (secondo i folli parametri europei), è altrettanto acclarato.

Quest’ultima notizia sulle cure chemioterapiche sospese, passata sotto il silenzio dei grandi media, non fa che confermare quanto affermato poc’anzi. «La cura ha funzionato, il paziente è morto».

–> LEGGI ANCHE “700 FIORI BIANCHI PER I BAMBINI GRECI MORTI DI AUSTERITÀ

(Lorenzo Franzoni)

 

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