Dopo Massimo Cacciari, Giulio Tremonti e tanti altri, a esprimere preoccupazione per la salute mentale di Greta Thunberg è, come riporta Dagospia, Michael Carr-Gregg, uno psicologo australiano, convinto che la ragazzina sia solo “una pedina manovrata che necessita di cure”, paragonandola a una stellina della tv per bambini che potrebbe “bruciarsi” dopo essere stata messa sotto i riflettori: «Temo che diventi come una star della TV per i bambini che si esauriscono finendo per dover fare i contri con un esito psicologico disastroso.
«Non sono un negazionista del cambiamento climatico – sottolinea – In realtà penso che dobbiamo fare di più per salvare il pianeta, ma sono preoccupato dal fatto che usiamo un bambino che probabilmente dovrebbe essere curato: ha detto di aver avuto l’anoressia, ha detto di avere l’Asperger e ha detto di aver combattuto la depressione. Come genitore, se fosse mia figlia, non sono sicuro che la metterei sul palcoscenico mondiale».
“Preoccupato per il futuro di Greta”
Carr-Gregg spiega di essere preoccupato per il futuro di Greta, per la sua attuale salute psicologica e per l’impatto che avrà sugli altri giovani. «Invia un messaggio ad altri adolescenti dicendo che possono parlare agli adulti in questo modo molto sprezzante. Sembra essere coinvolta in uno scenario del giorno del giudizio in cui sta ingigantendo enormemente le minacce poste dai cambiamenti climatici».
E ancora: «Provoca tutta questa ansia esistenziale nei nostri bambini. Penso che i bimbi dovrebbero andare a scuola, ma invece si stanno radunando perché sono stati convinti che la fine del mondo sia vicina. Ora si è messa al centro del mondo, c’è una Greta-fobia o una Greta-mania e non credo che una ragazza di 16 anni dovrebbe essere al centro di questa questione».
“I bambini non devono essere usati”
Il dottor Carr-Gregg spiega che i bambini non devono essere usati come “oggetti sulla scena politica”. «La mia critica non è tanto su di lei, ma sui suoi genitori e sugli attivisti dei cambiamenti climatici che la usano spudoratamente e penso che la sinistra si stia comportando in modo ipocrita». Carr-Gregg osserva che il resto del mondo deve fare pressione sulla Cina e sull’India, i maggiori inquinatori: «Penso che si stia preparando per una grande delusione.
È il resto del mondo che deve fare pressione su quei paesi, non una sola ragazza di 16 anni». Lo psicologo pone anche un’altra questione: l’impossibilità di criticare Greta perché si tratta di una ragazzina di 16 anni: «A nessuno è permesso discutere delle sue opinioni. Dobbiamo solo stare zitti e accettarle».
Ecco chi muove i file di Greta
Basiamoci sui fatti, cominciamo col dire che Greta è figlia della celebre cantante Malena Ernman – che nel 2009 partecipò anche all’Eurovision. Sui social vanta una pagina facebook intorno ai 200.000 like. A distanza di soli quattro giorni dalla prima protesta (24 agosto 2018) pubblica un libro dal titolo Scenes from the Heart. Casualità fin troppo emblematica.
Non è finita, la strategia di marketing sarebbe fin troppo banale se fosse finalizzata alla promozione di un semplice libro da parte della madre. Capita quindi che alla giovane Greta Thunberg e alla celebre madre si affianchi anche un terzo personaggio: Ingmar Rentzhog, esperto di marketing e pubblicità.
Da quel che risulta Ingmar Rentzhog è proprietario della startup We Do not Have Time. Il 24 novembre 2018 l’esperto di marketing ha pensato bene di inserire la stessa Greta Thunberg nel board della società. Solo 3 giorni dopo la società ha lanciato una campagna di crowfunding che ha raccolto 2,8 milioni di Euro.
(la Redazione)