Sovranismo = razzismo; è questa l’equazione che la sinistra globalista ama predicare in qualsivoglia circostanza. Una corrispondenza arbitraria e logicamente fallace, utilizzata come spauracchio di un incombente ritorno al fascismo che, in realtà, esiste solamente nel racconto propagandistico di quella politica che ormai non ha più nulla da spartire con la volontà popolare.
Basterebbe che i sedicenti antirazzisti e antifascisti fossero dotati della capacità di condurre un ragionamento, per comprendere che il sovranismo, per sua natura, è esattamente agli antipodi rispetto all’imperialismo razzista e all’aberrante colonialismo che ne consegue a livello geopolitico.
Il sovranismo, contrariamente all’imperialismo coloniale, è per sua essenza antirazzista e mira costantemente all’autodeterminazione dei popoli; tutti, nessuno escluso.
Confondere e mettere sullo stesso piano sovranismo e imperialismo – trattasi, quest’ultimo, di un termine coniato guarda caso in Francia nell’Ottocento – è un atto di ignoranza nel migliore dei casi, di malafede nel peggiore.
La grandezza dei movimenti sovranisti consiste proprio nell’abbandono di quell’eurocentrismo che ha da sempre ridotto alla schiavitù, quando non addirittura sterminato, innumerevoli popoli nel corso della storia dell’umanità. Tuttavia, oggi, le strategie imperialistiche sono molto più infide e ingannevoli rispetto a quelle del passato. Se un tempo i classici bombardamenti segnalavano il tentativo di una nazione di dominare sull’altra, oggi il colonialismo si attua principalmente sul piano ideologico.
Un esempio?
La sinistra del “restiamo umani”, attribuendo implicitamente agli africani l’incapacità di combattere le proprie guerre e di perseguire i propri ideali senza l’aiuto dell’uomo bianco occidentale, racchiude in sé la massima espressione del razzismo imperialista. Non è altro che l’ennesima imposizione di una gerarchia, di un rapporto di dipendenza che vedrà soccombere, se non vi sarà alcuna inversione di rotta, sia gli africani che gli europei desovranizzati.
Ecco perché oggi i veri antirazzisti sono i sovranisti, gli unici ancora consapevoli che uno dei più nobili traguardi politici è proprio quello di garantire ad ogni popolo la capacità di determinarsi secondo i propri principi e le proprie leggi, senza l’interferenza e l’intrusione da parte di nazioni straniere, senza gerarchie e pietismi, ma nel pieno rispetto delle identità altrui.
(di Flavia Corso)