Crisi di governo: il punto della situazione

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Sembrava un’ennesima battuta d’arresto in un esecutivo che è andato spesso avanti a strappi e ricuciture, ma non una crisi di governo. Invece, nel tardo pomeriggio di ieri si è consumata la rottura definitiva tra Lega e 5 Stelle. Nuove elezioni incombono sul paese Italia.

Ufficialmente la crisi è iniziata con una nota del Ministro Salvini delle ore 20:Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori. Non vogliamo poltrone, rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni”. Una nota che, in un certo senso, ha trovato concorde anche Di Maio: no a rimpastini e governi tecnici, piuttosto si torni alle elezioni.

Una scelta, quella della rottura, che ha visto invece il plauso di Giorgia Meloni: “Come sempre sostenuto da Fratelli d’Italia non è possibile dare all’Italia il Governo di cui ha bisogno insieme al M5S di Di Maio, Fico e Toninelli. Bene la Lega che ne ha preso atto. Ora si torni al voto per dare agli italiani il governo sovranista che alle ultime elezioni europee hanno dimostrato di volere”.

In modo favorevole alla rottura si è espresso anche Berlusconi, pur non spingendosi a chiedere elezioni anticipate: “Interrompere questa esperienza fallimentare è dunque un gesto di responsabilità da parte di Matteo Salvini nei confronti degli italiani. Questo Parlamento non è in condizioni di esprimere maggioranze diverse che siano anche rispettose dell’esito di tutte le prove elettorali intermedie, che hanno consegnato la vittoria al centro-destra”.

Infine, si è espresso con favore per nuove elezioni il Segretario del PD Nicola Zingaretti, dicendosi ‘pronto’ per la sfida elettorale: “Le prossime elezioni saranno una scelta tra la Lega di Salvini o il Partito Democratico, che abbiamo rimesso in campo”.

Ora ci si aspetta la convocazione del Parlamento nel più breve tempo possibile (nonostante sia un periodo di chiusura). L’azione, dopo le dimissioni di Giuseppe Conte, tornerà nelle mani del Presidente Mattarella, che avrà il compito di cercare una nuova maggioranza o decretare il ritorno alle urne (seconda metà di ottobre).

Attualmente sembra quasi impossibile che nasca una nuova maggioranza in parlamento. Un governo tecnico non avrebbe assolutamente i numeri per vivere (chi altro oltre al PD lo sosterrebbe?), e l’unica combinazione possibile che non coinvolga il centrodestra sarebbe un’alleanza PD-5 Stelle: quasi impossibile a conti fatti.

Le elezioni anticipate sembrano l’unica soluzione. Resta da vedere, unica incognita, con che schieramento si presenterà il centrodestra: Salvini in solitaria, Salvini solo con Fratelli d’Italia o il centrodestra classico con anche Berlusconi? Ora come ora non ci resta che metterci comodi ed aspettare.

(di Leonardo Olivetti)

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