Putin e Conte

Putin sulla NATO: “Ricordiamo chi ha distrutto la Libia”

Vladimir Putin, durante la conferenza stampa con Giuseppe Conte, a Roma, ha ricordato le gravi responsabilità della NATO nella distruzione della Libia. «La domanda su cosa la Russia dovrebbe fare, cosa farà, o non farà, questa è una domanda importante, ma in generale sarebbe bello ricordare come è iniziato tutto, chi ha distrutto la statualità della Libia – ha detto Putin nella conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – per quanto posso immaginare, questa è stata una decisione della Nato, gli aerei europei hanno bombardato la Libia, i risultati sono evidenti: la condizione della Libia è stata distrutta».

Conte con Putin in conferenza stampa: “No a opzioni militari”

Rispondendo alle domande sulla Libia, Conte ha detto che “non è con l’opzione militare che si può stabilizzare la Libia”. E lo stesso premier ha esortato a un’evoluzione pacifica dell’escalation militare che sta sconvolgendo il Paese africano. “Dobbiamo lavorare a una soluzione politica, che non può che passare da un cessate il fuoco immediato” ha detto Conte.

Nel frattempo, il leader del consiglio presidenziale libico, Fayez al-Sarraj, ha pubblicato una nota sulla sua pagina Facebook in cui ha detto di aver avuto un colloquio telefonico con Conte. Nel post del governo di Tripoli, Sarraj ha affermato quanto detto da Conte in Cina, ovvero della netta contrarietà dell’esecutivo italiano a qualsiasi opzione militare per la risoluzione del conflitto.

Situazione degenerata

Come spiega la professoressa Michela Mercuri in un’intervista «la situazione è assolutamente degenerata. Le forze di Haftar, più o meno scientemente, questo è ancora tutto da verificare, hanno colpito un centro migranti alzando un polverone mediatico sulla sicurezza dei migranti e dei civili che si trovano nel Paese». Alchè sono arrivate le dichiarazioni del ministro interno libico sulla volontà di liberare tra i 6 e gli 8 mila migranti rischia di destabilizzare non solo la Libia ma anche la vicina Europa, con l’Italia in prima fila, scrive l’Agi.

Oltre all’ordine di chiudere i centri di detenzione e i liberare i prigionieri, scrive Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera, «sarebbe anche in arrivo l’ordine alle motovedette guardiacoste (incluse le tre donate dall’Italia) di non intervenire più per bloccare in mare i navigli degli scafisti con i migranti per riportarli sulle coste libiche. A tutti gli effetti una generale luce verde alle partenze» .

In un’intervista al Corriere della Sera aveva Sarraj aveva parlato di un serbatoio potenziale di 800.000 partenti, tra cui anche parecchi criminali e jihadisti di Isis. Adesso le sue parole stanno diventando realtà.

(La Redazione)

 

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