Salvini - USA, perché può essere una svolta

Salvini – USA, perché può essere una svolta

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Salvini a Washington usa parole chiare e dure: “Le risorse per la flat tax ci devono essere. Non è una scelta: al massimo si possono rimodulare i tempi. L’Unione Europea ha ammazzato un popolo e spalancato le porte alla Cina. L’Italia non è la Grecia e Bruxelles se ne farà una ragione. Faccio parte di un governo che in Europa non si accontenta più delle briciole”.

Al netto della condivisione o meno del provvedimento lanciato da Salvini e dalla Lega, ridurre le tasse sul serio in Italia (non con insignificanti percentili, ma con tagli decisi e consistenti) sarebbe una svolta. Se per tutto ciò si chiede l’alleanza americana, ufficialmente estranea all’Unione Europea ma in pratica un valido oppositore alle politiche suicide di Bruxelles, beh, ben venga.

Da sinistra continuano a ossessionarsi con “le coperture”, da destra si prova a far capire, gradualmente, che l’obiettivo è tornare al debito sovrano: impresa non facile, impossibile in tempi brevi, ma fondamentale per cancellare gli effetti nefasti di una politica di strozzinaggio internazionale come quella europeista, fatta di debito carico di interessi, impossibile da ridurre pur essendo uno Stato in attivo da oltre 25 anni (l’Italia, appunto) e i cui discorsi sul recupero dell’evasione fiscale valgono poco o nulla (non tutti evadono per furbizia, molti lo fanno per necessità: il carico è mostruoso e non è un’opinione).

Ecco perché Salvini ha ragione quando parla di impoverimento. Perché che l’UE abbia immiserito generazioni di giovani europei è un dato drammatico sul quale le èlite non hanno la minima intenzione di riflettere.

Il mantra “il debito lo pagheranno i nostri figli” è la prima scemenza da sconfiggere e da mettere in secondo piano. Uno Stato serio fa debito per la comunità e per lo sviluppo e non lo paga nessunissimo figlio. Semmai è il debito del sistema in cui ci troviamo ad essere basato su criteri inumani e vergognosi per una società civile, e andrà progressivamente contrastato e abbatttuto. Anche se ad abbatterlo saranno i nostri figli. E ce lo auguriamo.

L’odio per la classe media che continua ad animare la sinistra europeista è la seconda scemenza. Non si può continuare ad ascoltare dopo decenni il politico medio sinistro di turno, che sia del PD o di una delle sue miriadi di satelliti ufficialmente ostili ma in pratica uguali (LeU, La Sinistra e quant’altro), “colpiremo i grandi patrimoni, dal milione di euro in su”). Un milione di euro è un valore che corrisponde grosso modo a una casa in un grande centro, caro sinistro. Si può ereditare, molti l’ hanno ereditata. Non significa che sia un grande patrimonio, non significa che il proprietario guadagni cifre importanti, favorire la vendita (spesso la svendita, visto il mercato immobiliare degli ultimi 10 anni, tra i molti bassi) e il suo impoverimento non ha nulla di sociale.

Idem per i redditi: fino ai 70mila e 100mila euro annui, con il regime fiscale attuale, al titolare non rimangono che briciole. Quindi ridare fiato a chi ha patrimoni che numericamente sembrano clamorosi (1 milione di euro! Dagli al capitalista!) o a chi guadagna cifre a 5 zeri che in pratica si tramutano in 3 con estrema rapidità, è una priorità assoluta.

Con il regime fiscale attuale, anche possedere tre o quattro case non rappresenta un bell’introito. Anche arrivare a 100mila euro all’anno comincia a non essere così conveniente. L’obiettivo sacrosanto deve essere quello di imitare la politica economica del Tycoon, che negli Stati Uniti sta generando enormi risultati.

Salvini va oltreoceano per consolidare alleanze. USA e Trump sono i nostri padroni, indiscutibile, come è indiscutibile che il sogno sarebbe liberarsene. Ma se ci aiuteranno a togliere di mezzo almeno l’altro padrone – quello che indiscutibilmente ci fa stare peggio – il loro appoggio sarà il benvenuto. Non solo per la guerra a Bruxelles, ma anche per quel curioso “scandalo CSM” che spunta all’improvviso, dopo decenni, palesando situazioni che qualsiasi persona di buon senso aveva intuito da decenni. E sul quale, ovviamente, dovremo arrivare ad aprire un dibattito.

Il futuro è lungo e ci si potrà lavorare in seguito. Di certo non privo di ombre (su tutte la questione iraniana) ma almeno passibile di partire da qualche elemento di favore.

(di Stelio Fergola)

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