Siria

La Siria non ha paura delle sanzioni economiche

L’incapacità degli Usa, di Israele, dei loro alleati occidentali e dei loro satelliti arabi di soggiogare la Siria negli ultimi otto anni, con il sostegno ai terroristi Tafkiri venuti da diverse parti del mondo, li ha indotti a pensare ad una nuova forma di terrorismo, cioè il terrorismo economico.

Il terrorismo economico è una nuova forma della guerra statunitense-occidentale scatenata contro il popolo siriano per raggiungere gli obiettivi che non sono riusciti a realizzare con la guerra sul campo, benché avessero finanziato e armato le organizzazioni terroristiche.

Il terrorismo economico è entrato in scena con un soffocante assedio sull’importazione di derivati del petrolio. L’inasprimento dell’embargo e delle misure punitive contro le aziende e gli Stati che fanno accordi con la Siria era la ragione dietro le lunghe colonne di auto avvistate intorno ai distributori di benzina in Siria.

I media occidentali hanno prestato grande attenzione alle nefaste ripercussioni dell’assedio economico sui siriani senza analizzarne i veri motivi, sebbene abbiano detto che sono frutto dell’embargo statunitense-occidentale. Ma non hanno riferito che gli Usa, Israele e i loro alleati volevano vendicarsi del fallimento della guerra di otto anni lanciata contro il popolo siriano allo scopo di distruggere la Siria e farla soccombere al diktat sionista, e in particolare per porre fine alla resistenza all’occupazione israeliana dei territori arabi e per consentire ad Israele di invadere politicamente ed economicamente la patria degli arabi.

L’assedio ha aggravato la penuria di carburante, portando quasi alla paralisi di talune importanti città e causando alcune delle circostanze economiche peggiori della guerra. Gli Stati occidentali speravano che questo assedio esercitasse pressione sul governo siriano per strappare le “concessioni” che non erano riusciti ad ottenere con la guerra militare. Ma falliranno ancora una volta, grazie alla fermezza del popolo siriano e alla sua mobilitazione al seguito dell’esercito e della propria leadership. La fermezza del popolo siriano di fronte all’embargo è stata intenzionalmente ignorata dai media occidentali perché non vogliono scrivere che i siriani, rimasti saldi dinanzi alla guerra terroristica, sono oggi irremovibili di fronte all’assedio economico e alle sue ripercussioni.

Le inique misure occidentali sono riuscite ad aggravare la penuria di combustibile, tuttavia i cittadini siriani hanno sfidato queste misure ingiuste con iniziative lanciate dai siriani stessi in risposta all’assedio economico in questa fase, come parte della solidarietà sociale e con forte senso di unità nazionale.

Gli Usa e l’Unione Europea hanno dichiarato l’inasprimento delle misure economiche coercitive unilaterali contro la Siria e gli Stati che importano petrolio da essa poiché l’amministrazione statunitense, incapace di piegare la volontà dei siriani, spera di realizzare i suoi piani ricorrendo all’assedio.

Le ambizioni statunitensi sono vanificate dalla grande fermezza del popolo siriano e le disumane misure imposte dagli Usa non distoglieranno i siriani dalle loro posizioni, dalla loro fedeltà alla patria e dalla loro decisione sovrana.

Tutte le misure economiche coercitive unilaterali degli Stati Uniti e dell’Unione Europea contro la Siria sono illegali perché non sono state emesse dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Queste misure costituiscono un terrorismo economico che si aggiunge al terrorismo diplomatico e politico portato avanti da quei paesi.

Le misure economiche coercitive unilaterali contro la Siria hanno infiammato la crisi anziché tendere una mano d’aiuto, esercitando un pessimo impatto sul tenore di vita dei siriani e accrescendo le loro sofferenze.

Queste misure sono complementari all’approccio che consiste nel foraggiare il terrorismo e l’estremismo. Quei paesi e quelle entità, specialmente i cosiddetti amici della Siria, hanno approvato ed attuato una serie di unilaterali misure economiche, finanziarie e commerciali punitive e coercitive senza distinguere tra istituzioni governative, settore privato o semplici cittadini. Tali misure violano i princìpi e gli obiettivi della Carta delle Nazioni Unite, le rispettive risoluzioni e le regole del Diritto commerciale internazionale. Esse rappresentano una totale violazione dei princìpi del diritto internazionale e uno strumento dell’egemonia dell’Occidente su Stati e nazioni.

Gli effetti negativi delle illegittime misure unilaterali aggressive imposte dagli Usa e dall’Unione Europea impediscono ai siriani di veder soddisfatti i loro bisogni primari in fatto di cibo, medicine, materiale sanitario, petrolio, attrezzature agricole, mezzi di trasporto aereo civile e apparecchiature di comunicazione.

Queste misure costituiscono una violazione dei diritti del popolo siriano. L’imposizione di misure coercitive unilaterali è un’infrazione alle relative risoluzioni dell’Assemblea generale dell’Onu, comprese la risoluzione n. 66/186 sulle misure economiche unilaterali come mezzo di coercizione politica ed economica contro i paesi in via di sviluppo e la risoluzione n. 67/170 sui diritti umani e sulle misure coercitive unilaterali in cui l’Assemblea generale ribadisce la sua condanna e il suo rifiuto delle misure economiche unilaterali.

I cittadini siriani hanno subìto una vera catastrofe umanitaria, fra molte chiacchiere sull’assistenza umanitaria ma nessuna azione, in contrasto col generoso flusso di fondi dai paesi del petroldollaro ai gruppi armati terroristici per l’acquisto di armi letali per uccidere i siriani e distruggere il loro paese. I paesi e le entità regionali ed internazionali sono di fatto complici nell’alimentare il terrorismo transfrontaliero.

Tutte queste misure aggressive non faranno soccombere il popolo siriano all’agenda americano-sionista che verte sull’annientamento della resistenza all’occupazione israeliana e sull’attuazione del cosiddetto Accordo del secolo.

(da Syria Times, Traduzione di Francesco Alarico della Scala)

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