«La copertura spericolata dei media sul Russiagate è lo spettacolo più triste da quando ho iniziato a fare il giornalista». Lo ha dichiarato oggi a Democracy Now il premio Pulitzer Gleen Greenwald. Come dargli torto?
Dopo anni di bugie, è arrivata la conferma di ciò che abbiamo detto per mesi e per mesi a proposito del Russiagate: un colossale bluff ad opera del Deep State messo in piedi dai democratici per incriminare Donald Trump. Tutto chiaro, ma non per i media mainstream, che dal 2016 hanno martellato con le notizie sulla presunta collusione.«Il procuratore speciale non ha rinvenuto che la campagna di Trump, o qualcuno associato con questa, abbia cospirato o si sia coordinato con il governo russo nei suoi sforzi, nonostante le varie offerte giunte da individui affiliati con la Russia per assistere la campagna di Trump» confermava ieri il Ministro della Giustizia Barr.
L’esito delle indagini è, dunque, il fallimento fragoroso dei media mainstream che per anni hanno dato credito in maniera acritica a una versione senza capo né coda. Era sufficiente un po’ di buon senso per capirlo. Repubblica è ancora una volta insuperabile: pur di non ammettere l’errore gravissimo di aver seguito una narrazione fallace e spericolata, scrive che l’indagine del procuratore speciale sul Russiagate ha un «verdetto ambiguo». Nemmeno i media americani più apertamente critici verso Donald Trump sono arrivati a dire una cosa del genere.
Ebbene, come afferma il professo di Harvard Alan Dershowitz su Fox News, i media liberali di tutto il pianeta hanno apertamente disinformato il pubblico. Il punto, ora, è un altro: chiederete scusa o andrete avanti come al solito facendo finta di nulla? E finti debunker e fact-checker pro-sistema che diranno? Continueranno a dirci che siamo dei cattivoni perché abbiamo messo in discussione il fenomeno Greta? Che siamo dei razzisti? Che l’Unione Europea ci ha garantito 70 anni di pace?
Come potete straparlare di fake news e bufale dopo la copertura imbarazzante che avete offerto ai vostri lettori sul Presidente degli Stati Uniti? Secondo i vostri racconti, Donald Trump a quest’ora sarebbe ora in galera un po’. Secondo l’autorevole New York Times, il tycoon sarebbe perfino una spia russa.
E ora? Della presunta collusione non rimane nulla. Un po’ come della vostra credibilità.
(di Roberto Vivaldelli)