Yukio Mishima. Esteta del Patriottismo

“Yukio Mishima. Esteta del patriottismo”. Recensione del libro di Gennaro Malgieri

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin

Recensione di Yukio Mishima. Esteta del patriottismo, scritto da Gennaro Malgieri.

L’amore per la letteratura e il legame che essa detiene con l’Italia ha più volte permesso di scoprire e conoscere in maniera approfondita gli scritti di autori stranieri ai lettori del Belpaese. Fra questi uno in particolare si erge, di anno in anno, su tutti ed è il giapponese Yukio Mishima. Scrittore prolifico, capace di alternare romanzi, novelle e saggi, di dedicarsi in egual misura al teatro e al cinema, candidato più volte al premio Nobel per la Letteratura senza riuscire a conseguirlo molto probabilmente per meri motivi politici.

Mishima, esteta del patriottismo

Fra le numerose opere che si occupano di Mishima e uscite in concomitanza con il cinquantesimo anniversario della sua morte spicca quella di Gennaro Malgieri dal titolo Yukio Mishima. Esteta del Patriottismo, pubblicata per conto della nuova collana “Protagonisti” dalle edizioni Fergen.

Yukio Mishima. Esteta del Patriottismo pone l’accento sull’atto più discusso, prevalentemente da parte di chi non ne capì e non ne ha capito o voluto capire le motivazioni senza preoccuparsi di derubricarlo a un goffo e inusuale tentativo di golpe in cui i congiurati in numero ridotto penserebbero di prendere il potere attraverso il suicidio rituale, della vita del natio di Tokyo. La comprensione del sacrificio massimo volto a destare gli animi assopiti dei propri connazionali per ricordare loro l’ideale più alto: quello della Nazione è, secondo l’autore, il frangente che rende Mishima l’esteta del concetto di Patria.

Un concetto che, finalmente ci sentiamo di sottolineare, oggi sembra nuovamente far capolino nella politica come nella cultura dopo esser stato posto in soffitta, colpevolmente, per non urtare i benpensanti pronti a gridare al parallelismo tra patriottismo e nazionalismo e fra quest’ultimo e la lunga guerra civile europea protrattasi in due conflitti estesi al mondo nella prima metà del Novecento.

Un nesso spiegato bene da Malgieri che, nel corso delle 200 pagine che compongono il libro, sottolinea la capacità di Mishima nell’aver saputo conciliare un’anima orientale con l’assimilazione della cultura occidentale, in seguito ai suoi viaggi nel Vecchio continente che gli diedero l’opportunità di scoprire, e amare, la cultura classica mediterranea.

Le appendici

Di notevole interesse, risulta il contributo apportato dall’apparato delle appendici posto nella seconda parte della pubblicazione: dalla trascrizione del proclama letto dallo scrittore il 25 novembre 1970 pochi istanti prima di morire alla biografia dello stesso passando per un’ampia analisi, supportata dalle immagini d’archivio degli articoli oltre ai passaggi salienti, del modo in cui i più importanti giornali italiani (nove quotidiani e quattro settimanali) si occuparono del seppuku di Mishima.

(di Luca Lezzi)

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Fedez, perché non hai parlato dei lavoratori di Amazon?
Fedez poteva dire tante cose, sul palco del Primo Maggio. [...]
Restrizioni e coprifuoco, un racconto di ordinaria follia pandemica
Quello che segue è un episodio realmente accaduto. Così le [...]
No, il 1 maggio non è il 25 aprile: ecco perché
Sbaglia chi mette il 1 maggio (come del resto, in [...]
Ai tempi del Covid la proprietà non è più un diritto?
Com’è noto, la crisi del covid sta provocando conseguenze disastrose [...]
Scroll Up
oltre-logo

Iscriviti al nostro Canale Telegram

Non perdere le notizie veramente importanti. In un contesto di disinformazione, oscuramento della libertà di espressione da parte dei mass media, è importante avere canali alternativi di informazione.