Gli Schiavi di Enrico Mentana, già. Quelli di Andrea Scanzi li avevamo già descritti, ora ci sembra giusto passare al direttorissimo. Schiavi di Mentana, ma in realtà del pensiero unico, eccoli qui. Si riconoscono con particolare chiarezza cristallina proprio sui social network, dalla capacità di mettere reazioni “accorate” “deridenti”, neutre o di altro tipo a seconda di quanto si stia compatti su uno qualsiasi dei temi che il pensiero unico ordina di pensare.
Gli Schiavi di Mentana sul DDL Zan e i suoi limiti
Tutti compatti, gli schiavi di Mentana. Ovviamente nel deridere chi osa criticare il DDL Zan, nella fattispecie il leghista Andrea Ostellari, a capo della commissione giustizia.
D’altronde, dopo mesi di formazione militaresca a considerare la proposta di legge come Verità assoluta scolpita nella pietra, sotto il post facebook di Open gli schiavi non possono far altro che ridere, praticamente a prescindere, di fronte a chi ha delle riserve. Non importa perché, non importano i contenuti. Da mesi non sentono ragioni, il DDL è civiltà, il DDL è la salvezza.
Come si permette Ostellari di osservare che sia addirittura “scritta male” la legge che salverà tutti gli omosessuali (e pure i disabili per marketing) dal linciaggio? Su 766 reazioni registrate alle ore 18:00 di oggi, ben 678 ridaioli espertissimi giuristi, pronti a dire “Sì padrone! Sì Maestro!” di fronte al giornale del loro guru, che da mesi li ammaestra come scimmie a ripetere come pappagalli: “Viva il DDl Zan!”
Gli Schiavi non si fanno domande: eseguono
Gli Schiavi di Mentana – mi pare logico – seguono gli ordini di Mentana. E ciò che racconta la narrativa di Open non si discute, si approva e basta. Dal canto nostro, abbiamo spiegato (una prima e una seconda volta) perché il DDL Zan non solo sia una legge pericolosissima per la libertà di opinione, ma anche perché essa sia estremamente contorta, nelle sue formulazioni, soprattutto quelle più recenti.
Chi vuole, può cliccare sui link inseriti e buona lettura. Chi vuole aggregarsi agli Schiavi di Mentana, vada pure ad aggiungersi al gregge: “Augh, direttore!”
(di Stelio Fergola)