Chi l'ha visto programma

Addio a Donatella Raffai, storica conduttrice di “Chi l’ha visto?”

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È morta oggi la storica conduttrice di Chi l’ha visto?, Donatella Raffai, all’età di 78 anni, come rende noto Adnkronos. Una scomparsa che non è semplicemente legata a una figura giornalistica, ma a un certo modo di fare giornalismo e televisione che, forse, oggi non esiste più

“Chi l’ha visto?”, un programma rivoluzionario?

Donatella Raffai ha fatto la storia della tv pubblica, e non solo per Chi l’ha visto?. Aveva lavorato anche nel “precursore” per così dire, Telefono giallo, e nei vari Camice bianco e Parte civile. Un palinsesto piuttosto innovativo della Rai3 degli anni Ottanta. Chi l’ha visto? debutta il 30 aprile 1989. Un programma che diviene subito simbolo della cosiddetta “tv utile”.

Pur tra luci e inevitabili ombre, il format della Raffai si distingue per un particolare modo di fare inchiesta giornalistica, improntata alla professionalità, alla ricerca e all’investigazione pura, il che lo rende in breve un punto di riferimento per un genere ancora non così popolare come le – pessime – evoluzioni successive lo avrebbero reso. La Raffai lo avrebbe guidato fino al 1991, dopo aver vinto un Telegatto l’anno precedente. E si sarebbe dedicata ad altre conduzioni, arrivando nel 1999 a lavorare per Mediaset con Giallo 4, ultimo suo impiego prima di ritirarsi a vita privata.

Una tv professionale, diversa dallo “spettacolo” di oggi

Tanto Telefono giallo quanto Chi l’ha visto? esprimevano un modo di fare televisione estremamente attento al contenuto, più che alla veste estetica o allo spettacolo. Per meglio dire, lo “spettacolo” era di per sé stesso il contenuto, l’indagine, ma non caricata, non ingolfata e finalizzata solo all’approfondimento del caso in esame.

Uno stile oggi completamente estinto. Basi pensare a una delle trasmissioni recenti che più ha imitato Chi l’ha visto?, ovvero Quarto grado, su Rete 4. La trasmissione, nata per interessarsi di persone scomparse, negli anni ha via via approcciato a qualsiasi caso di cronaca pur di produrre materiale da esibire. E di “ricerca”, come ciò che si faceva in casa Rai, ce n’è sempre stata poca. La scomparsa di Donatella Raffai, forse, è un momento simbolico di tutto ciò.

(di Stelio Fergola)

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