Via le truppe dall'Afghanistan: e nella propaganda Di Maio diventa Gandhi

Via le truppe dall’Afghanistan: e nella propaganda Di Maio diventa Gandhi

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Lo avevamo ammirato nei panni di un rivoluzionario dal sapore bolivariano che irrompeva in Parlamento e aboliva la povertà. Lo avevamo visto impeccabile nel ruolo istituzionale da Vicepresidente della Camera. Oggi, signore e signori, ci si staglia di fronte come l’uomo che porterà la pace nel mondo. Parliamo di Luigi Di Maio, illustre ministro degli esteri del Governo Conte bis e Draghi, che con la sua meritoria azione sta ricoprendo un ruolo fondamentale nello scacchiere geopolitico mondiale. O almeno questo si evince dalla sua propaganda social.

Di Maio, la NATO e l’Afghanistan


“Dopo vent’anni, la
NATO ha scelto di lasciare l’Afghanistan. Lo abbiamo deciso ieri a Bruxelles dopo il vertice ristretto insieme ai ministri degli esteri di Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Turchia e successivamente nel vertice NATO allargato.” scrive fiero SuperGigino sul suo profilo Facebook.

Via le truppe dall'Afghanistan: e nella propaganda Di Maio diventa Gandhi

Certo, non è mancato chi ha malignato sul fatto che fosse stato in realtà il presidente USA Joe Biden a decidere il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan, ma il ministro Di Maio ha spento subito queste illazioni chiarendo il ruolo italiano nella scelta congiunta da parte della NATO. Una scelta rivoluzionaria frutto, non c’è ragione di dubitarlo, del lavoro instancabile del ministro pentastellato.

L’incessante lavoro di pressione del Mahatma Gandhi di Pomigliano ha aperto il varco nel cuore della NATO e l’ha spinta da un passato bellicoso verso un radioso futuro di pace.

“La svolta di Di Maio”

Ed è anche la stampa a certificare il successo incredibile del nostro ministro degli Esteri. In particolare il giornale “La Notizia” di Gaetano Pedullà, con la classica linea editoriale totalmente imparziale rispetto alle vicende di casa 5 stelle, titola, “La svolta di Di Maio”, aggiungendo poi “Di Maio riesce dove gli altri non hanno osato”.

Insomma un grande successo quello del nostro eroe, che supera le colonne d’Ercole e riesce nella titanica impresa di vendere per risultato epocale una scelta che è palesemente indipendente dalla sua volontà. E riesce a farlo, questa sì che è una grande impresa, glielo concediamo, senza nemmeno ridere.
Via le truppe dall'Afghanistan: e nella propaganda Di Maio diventa Gandhi

Via le truppe dall'Afghanistan: e nella propaganda Di Maio diventa Gandhi

L’Italia, d’altronde, è pienamente parte dell’impero americano. È un fatto ormai pluridecennale, noto, scontato. Ma Di Maio proprio non ha saputo controllarsi dall’ostentare come straordinaria vittoria un risultato dipeso da Washington, superando, di tanto in tanto accade, la soglia del ridicolo.

La propaganda e la dura realtà

Forse, sia detto sottovoce, SuperGigino dovrebbe spendere meno tempo ad autoincensarsi ed occuparsi invece delle (poche) vicende di politica estera in cui l’Italia ha davvero ancora una voce vagamente autonoma, e che sono state in questi anni (e per onestà intellettuale non di certo solo sotto la sua gestione) segnate dal completo fallimento.

La Libia, completamente cannibalizzata da Turchia e Russia, è, da questo punto di vista, l’esempio più ecclatante. Tra la propaganda e la realtà si staglia un mare di figuracce. Al nostro superGigino l’ardua impresa di non farlo diventare oceano.

(di Simone De Rosa)

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