Cara Laura Boldrini, lei è un essere umano che può soffrire, come sta facendo in questo momento. La malattia che l’ha colpita è, dunque, motivo per sperare che lei si rimetta presto. Non con chissà quale empatia, ma basandoci semplicemente sul principio etico che chiunque – perfino lei – ha diritto di stare in salute e di vivere dignitosamente.
Cara Boldrini, guarisca presto, ma noi non dimentichiamo
Lei, cara signora Boldrini, ha fatto del male a questa Nazione. Come altri suoi colleghi. Lo ha fatto per anni, continuamente, senza sosta, infamando gli italiani in modo francamente vergognoso, infamando le forze armate, dimostrando la totale noncuranza nei confronti di suoi connazionali in difficoltà.
Lei ha definito gli italiani “ignoranti e razzisti” soltanto perché non accettano completamente un’invasione schiavistica vergognosa, che lei, insieme a tanti altri, ha foraggiato e difeso, utilizzando le parole in modo “artisticamente empatico”.
Lei ha fatto politica contro i poveracci delle periferie, contro le classi meno abbienti, contro chi lotta per una casa popolare. E lo ha fatto per anni.
Se lo abbia fatto consapevolmente o ignorando clamorosamente le fesserie che andava propinando, non è questione che ci interessa: ne é responsabile, e noi questo non possiamo dimenticarlo.
L’augurio, signora Boldrini, è che sparisca per sempre dalla politica italiana
Come già detto, cara Boldrini, guarisca presto. Per lei e per chi le è vicino. Ma la solidarietà si ferma al diritto umano che perfino lei ha di vivere e di essere in salute.
A differenza delle sue uscite proverbiali contro bambini innocenti che non nasceranno mai, noi la vita la rispettiamo. E rispettiamo perfino la sua.
In un certo senso, dobbiamo perfino ringraziarla, nonostante il male che ha procurato a questo Paese. Il suo modo mediocre di fare politica ha alimentato il dissenso verso i vergognosi diktat che lei e numerosi suoi colleghi stanno imponendo al popolo italiano.
Ma fermiamoci qui. Fuori dall’ospedale, per una vita sana. Fuori dalla politica, per un’Italia più sana.
In bocca al lupo.
(di Stelio Fergola)