Russia, per democratici e globalisti è l’eterno nemico

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I democratici e i globalisti vedono nella Russia l’eterno nemico. Più di qualsiasi altro Paese al mondo, democratici e globalisti – intellettuali progressisti, l’apparato industrial-militare, élite culturali, artisti da strapazzo – vogliono che la Russia imploda su sé stessa e torni a essere quella degli anni ’90 in mano a pochi oligarchi e svuotata da ogni velleità di potenza. Per questo c’è da scommettere che molti hanno gioito nel leggere le vergognose parole del presidente Usa Joe Biden, che ha definito l’omologo russo Vladimir Putin un “assassino” aprendo una crisi diplomatica assai pericolosa fra le due potenze.

I progressisti sono così: vogliono sbattere al muro i Paesi nei quali i loro decadenti valori sono visti con sospetto, se non con astio. Non ci può essere alcun limite al grande Villaggio Globalizzato Multiculturale, LGBT+ friendly e meticcio. Sì, perché, nell’astio russofobico della nostra élite transnazionale è radicata una profonda antipatia verso i valori che la Federazione russa rappresenta. Anche se un tempo i genitori – o forse i nonni – dei nostri prodi progressisti vedevano nell’Unione Sovietica la culla della rivoluzione mondiale,  la Russia di oggi è in cima alle antipatie dell’intellettuale à la page che strizza l’occhio al blogger razzista Navalny e alle Pussy Riot.

Doug Bandow: “È tornata la Guerra Fredda contro la Russia”

Come nota Doug Bandow su the American Conservative:

La guerra fredda è tornata. Molti analisti immaginano una nuova lotta al crepuscolo contro la Repubblica popolare cinese. Più improbabilmente, una band altrettanto dedita sta trattando  la Federazione Russa come l’eterno nemico dell’America . In effetti, i membri di una Russia informale come il caucus nemico al Consiglio Atlantico sembrano inorriditi che qualcuno dissentire dal loro programma preferito di contenimento militare e impoverimento economico.

Il “blob” interventista di Washington, come è stato chiamato, prospera di più quando gli Stati Uniti hanno un nemico. L’Unione Sovietica era la principale minaccia durante la Guerra Fredda, che giustificava uno stato di sicurezza nazionale in continua espansione. La Corea del Nord, il Vietnam, Cuba e la Repubblica popolare cinese hanno aggiunto ulteriori minacce. Il complesso militare-industriale-intellettuale crebbe costantemente, consumando tutto ciò che lo precedeva. Pochi hanno beneficiato più dei guerrieri dei think tank di Washington.

(di Roberto Vivaldelli)

 

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