Il bullismo ad Augias per il phishing? Ecco perché è meritato

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L’antefatto è che Corrado Augias sia stato vittima di phishing (evitato o meno ci interessa molto poco), e che l’abbia scambiato per una “inefficienza dell’Enel”, dandosi pure la premura di farlo sapere a tutta l’Italia, dalle pagine di Repubblica.

Augias phishing

Il seguito è che il web lo ha sommerso di sfottò, meme e prese in giro di vario genere, da Augias che risponde alle mail di elargizione di multimilionarie eredità pagando migliaia di euro al truffatore, fino all’Augias che ammonisce sui profili fake di procaci e avvenenti donne virtuali su Facebook. Insomma, veramente di tutto, come peraltro era prevedibile.

Augias e il phishing, qualcuno difende il giornalista dal “bullismo”

Qualcuno, su twitter, ha difeso Augias asserendo sostanzialmente questo: si sta sfruttando la evidentemente poca confidenza di un vecchietto con gli strumenti digitali e informatici, i quali spesso generano, ormai da decenni, i cosiddetti incidenti di “phishing”. Tale eddi_lamette, in particolare, scrive:

Leggo commenti ignobili su di un giornalista aziano evidentemente poco a suo agio nel mondo digitale. Il pezzo di Augias è figlio dei nostri tempi: possiamo scherzarci o rifletterci su. Usarlo per decretare chi possa o non possa esprimersi è vergognoso.

Augias phishing

Probabilmente è vero. Augias è un ultraottantenne e può sicuramente incappare come molti altri in ingenuità di questo tipo. D’altronde, anche i più giovani, quando internet si era appena diffuso a livello globale, spesso ci sono cascati.

Ciònonostante, Augias merita in pieno ogni presa in giro, ogni sfottò, ogni meme e sì, anche ogni strumentalizzazione a suo danno. E spieghiamo anche il perché.

Perché Augias merita tutto, senza sconti

Sgombriamo il campo: Corrado Augias non è un cretino e non è neanche un ignorante, a differenza di molti suoi colleghi  di area e di pensiero (si possono citare Roberto Saviano, Michela Murgia, e tanti altri che in questa sede sarebbe troppo lungo elencare). Però è una persona che ha scelto il male culturale, prima ancora che antropologico, di questa Nazione.

Non solo. Lo ha divulgato per decenni con la prosopopea di chi ha la verità assoluta in tasca, atteggiandosene pure in modo benefico, in maniera del tutto simile ai suoi “colleghi d’area”. Lo ha divulgato stigmatizzando barbaramente e costantemente ciò che resta in questo Paese del pensiero patriottico, quel che è peggio essendo tra coloro che hanno cercato di sostituirlo con una versione ritenuta “accettabile” dal pensiero unico dominante, guarda caso mite e pacata, composta di nessuna azione propositiva verso il mondo circostante, a parte – forse – pagare le tasse in modo puntuale e eseguire da bravi cittadini la raccolta differenziata.

Augias sta dalla parte di chi, da decenni, ritiene “fascismo” qualsiasi cosa sia anche solo semplicemente improntato alla difesa dell’interesse nazionale (poco importa che ogni tanto ci riservi momenti di lucidità, come nello “scontro” con la Murgia avuto qualche tempo fa in TV sul tema). Augias sta dalla parte di chi, di fatto, foraggia l’immigrazione clandestina e distrugge il tessuto socioeconomico italiano. Augias sta dalla parte dell’UE che – con la complicità innegabile delle nostre classi dirigenti – ci conduce verso il baratro. Augias difende la sconfitta del 1945 e ignora la Vittoria del 1918.

Augias sta dalla parte di chi odia questa Nazione. Senza riconoscerlo apertamente, certo, ma è sempre stato di quel partito culturale e giornalistico. E non da oggi, ma da cinquant’anni.

Non solo sta da quella parte, ma vi risiede insegnandoci cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Quindi volete pure che dopo l’ennesima sicumera messa in pagina, stavolta sbagliando completamente bersaglio e facendo una colossale figuraccia, non ci possa essere una sacrosanta rappresaglia, seppur verbale e irridente?

Beh, chiedete un po’ troppo. Queste prese in giro non toglieranno nulla al signor Augias sotto il profilo economico, sociale, e ormai anche professionale. Morirà placido nel suo letto, tranquillo e sereno.

Ma consentiteci almeno la piccola soddisfazione di vedere la sua dignità macchiata da pomodorate in faccia. Perché le merita tutte.

(di Stelio Fergola)

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